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Tria, nessuna manovra bis. Ma un piano “choc” per rilanciare la crescita

Non una manovra bis, ma un piano choc per dare la scossa all’economia italiana e cercare di far riprendere la crescita del nostro Paese. È quanto ha consegnato il ministro dell’Economia Giovanni Tria al premier Conte venerdì scorso: un piano basato su incentivi fiscali, semplificazioni, nuovi investimenti e sblocco degli appalti.

La proposta non conterrebbe alcuna correzione dei conti pubblici, evitando quindi una manovra bis che si rivelerebbe al momento controproducente. In pratica si tratterebbe di un’azione articolata di rilancio ”Concordata a livello di governo e unitaria”, come si spiega al ministero di via XX settembre.

COSA PREVEDE IL PIANO – Sul piatto anche nuove risorse per dare slancio all’attività e tentare di ribaltare, nel secondo semestre, l’andamento dell’economia, entrata in recessione quest’anno. Il piano di Tria prevede spese aggiuntive per rifinanziare a giugno il fondo da 400 milioni di euro per i piccolissimi comuni previsto dall’ultima legge di Bilancio e per finanziare un nuovo piano di incentivi fiscali alle imprese. il ministro del tesoro punterebbe poi su innovazioni normative d’impatto, come sugli appalti pubblici. In particolare portare ai 5 milioni di euro previsti dalla direttiva Ue la soglia degli appalti che devono passare per le gare europee.

Nel piano Tria ipotizza anche di stanziare nuove risorse per finanziare il super ammortamento degli investimenti delle imprese, una misura che scade a giugno. Ma non solo. Penserebbe di rafforzare i meccanismi della nuova Sabatini, che incentiva l’acquisto di beni strumentali da parte delle aziende e starebbe studiando anche un credito di imposta più forte sulla ricerca e lo sviluppo e un regime più semplice per l’accesso ai benefici fiscali sui brevetti (il patent box).

Anche il lavoro sarebbe interessato con un nuovo taglio al costo attraverso un’ulteriore riduzione dei premi pagati dalle imprese per l’assicurazione contro gli infortuni all’Inail, già tagliati dalla legge di Bilancio, e il rafforzamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese.

Inoltre, per quanto riguarda gli investimenti pubblici, oltre ai fondi per le opere dei piccoli comuni, il piano prevede stanziamenti per il dissesto idrogeologico nel Mezzogiorno.

Ma ci sarebbero anche misure per le famiglie, come il fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa, e per i professionisti, con nuove agevolazioni per il rientro dei cosidetti ”cervelli”. Un piano di impatto da varare a inizio aprile insieme a un Def che non si limiti a tracciare a parole, spiegano al Mef, la strada della possibile ripresa.

In collaborazione con Adnkronos