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Flat tax, Salvini lancia la rivoluzione fiscale. Ma i conti non tornano

Matteo Salvini accelera sulla rivoluzione fiscale. Cavallo di battaglia da sempre del programma del Carroccio, il Vicepremier e Ministro dell’ Interno nelle scorse ore, a meno di una settimana dall’appuntamento elettorale in Basilicata – circostanza questa che ha spinto qualcuno, specie lato opposizione, a parlare di “sparata elettorale ad hoc” – ha provato a issare la bandiera della Flat tax.

“Noi non abbiamo smesso di lavorare” sulla flat tax “giorno e notte”. “In questa manovra economica siamo già riusciti ad avvantaggiare commercianti, partite Iva, imprenditori e liberi professionisti, nel 2019 vogliamo entrare anche nelle case delle famiglie e dei lavoratori dipendenti italiani, con le imprese stiamo costruendo a costruire un percorso affinché l’Italia torni ad essere il numero uno, non 27 in Europa”. Aveva detto da Melfi qualche giorno fa il Leader del Carroccio, rilanciando la palla in campo fiscale, il suo preferito e quello che gli sta più a cuore.
Una flat tax anche “per le famiglie dei lavoratori dipendenti italiani”.

L’idea è di alzare l’asticella estendendo la tassa piatta, introdotta con la legge di Bilancio per professionisti e lavoratori autonomi, alla platea dei lavoratori dipendenti con aliquota calcolata non sul reddito del singolo ma su quello familiare.

Neanche il tempo di dirlo che già arriva la pioggia delle polemiche e il solito balletto sulle cifre.

I CONTI NON TORNANO – Secondo una simulazione dello scorso 8 febbraio, inizialmente attribuita al Mef, che poi ha smentito la paternità, la flat tax a due aliquote sul reddito familiare avrebbe un costo di 59,3 miliardi.

Dal Carroccio però non ci stanno e correggono il tiro affrettandosi a spiegare che la Flat Tax Fase II avrebbe un’ incidenza di circa 12 miliardi. Massimo 13.

SIRI SCACCIA LE “CASSANDRE” – A difendere la proposta scende in campo il sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri, padre della misura ribadendo che nella fase 2 della flat tax (la prima fase ha avuto inizio con la legge di bilancio di quest’anno che prevede già la tassazione fissa al 15% per i lavoratori autonomi fino a 65 mila euro e l’introduzione dell’aliquota del 20% entro i 100 mila euro)  si punta a un’aliquota fissa al 15%, da applicare fino a 50mila euro di reddito, con deduzioni inversamente proporzionali al reddito. E ricorda anche che gli 80 euro del governo Renzi “non sono un tabù, si possono pure toccare, purché il risultato finale sia l’abbattimento complessivo della pressione fiscale”. Non la pensa così la ministra per il Sud Barbara Lezzi , invece, che ai microfoni di 24Mattino su Radio 24, dice che la flat tax per le famiglie è “una promessa che non si può mantenere”. Il nostro paese, ha spiegato il ministro, “non può permettersi 60 miliardi per questa spesa”.

Ma Salvini non vuole saperne di fare passi indietro e nel mirino finisce un altro dei suoi “nemici” preferiti. Ospite a Rtl 102.5, il leader della Lega ha criticato anche l’Europa: “Come si concilia la flat tax coi conti pubblici in ordine che vogliono a Bruxelles? L’ultima cosa da fare è aumentare le tasse. Ce lo chiedono loro? Ma se ci chiedono di buttarci nel pozzo io non mi butto”.

DI MAIO: “IMPORTANTE ABBASSARE LE TASSE” – Sulla questione interviene anche il collega di Governo Di Maio. Dalle colonne del Corriere della Sera, Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico che ieri aveva invitato il leghista a non lanciarsi in promesse “alla Berlusconi”, rassicura l’alleato di governo e apre alla Flat tax. “E’ nel contratto e bisogna lavorare per portarla a casa – dice. Non è il nome di una misura che fa la differenza, ma i contenuti e i fini. L’importante è abbassare le tasse e subito”.
“Bisogna aiutare le famiglie” – “Quel che ho detto, e ribadisco, è che non bisogna lasciarsi andare in promesse alla Berlusconi. Abbiamo dato vita a reddito di cittadinanza e quota 100 e abbasseremo le tasse, noi come M5s abbiamo un progetto per l’abbassamento delle aliquote e il coefficiente familiare”, sottolinea ancora. “Bisogna aiutare le famiglie con ogni strumento possibile. Questo conta”.

Conte: “In Italia fisco iniquo” – “Oggi in Italia abbiamo un fisco iniquo e anche complesso – ha detto il Premier Conte – stiamo cercando di alleggerirlo e semplificarlo, sicuramente la riforma organica va completata”. Ma sulle risorse necessarie per estendere la platea della flat tax ha precisato: “Se mi si chiedono i dettagli non ho sul tavolo un progetto riformatore. Ci stanno lavorando le forze politiche, i ministri competenti e vedremo tutti insieme. Sicuramente porteremo anche a termine questo progetto riformatore”.

Al netto delle polemiche di rito, in generale, stiamo parlando di una riforma dalla portata eccezionale, peraltro da inserire in un contesto che purtroppo è già in affanno con il Governo chiamata a un’altra sfida, tutt’altro che facile:  disinnescare le clausole di salvaguardia entro nove mesi. Per farlo servono 24 miliardi di euro.