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Pensioni e contribuenti: lo scenario preoccupante del bilancio Inps tra furbetti ed evasori

Di pensioni, agevolazioni, Quota 100 e Inps se ne parla sempre di più ultimamente, complici anche le riforme in atto volute dal Governo.

Guardando al bilancio dell‘Inps, le cifre regalano il quadro d’insieme chiaro: le pensioni complessive al 31 dicembre 2018 sono 17,8 milioni. Di queste il 22,2%, ovvero 4 milioni, sono prestazioni di carattere assistenziale, non coperte quindi da contributi versati. Se si considerano le pensioni di invalidità erogate anche dopo 3 anni di contribuzione, la percentuale è destinata a salire. Ciò significa che un assegno su quattro erogato dall’Inps non viene coperto dai contributi individuali, ma dalla collettività.

Guardando poi alla distribuzione delle pensioni assistenziali non coperte da contributi, nel territorio sono maggiormente presenti nel Sud Italia. Il 56,2% del totale delle pensioni di vecchiaia infatti sono destinate al Nord, mentre quelle assistenziali giungono al Sud in percentuale doppia rispetto al Nord, con una cifra di quasi il 50% del totale. Secondo le statistiche, un residente su dieci in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia ne è beneficiario.

Non è certamente una situazione nuova: già nel 2003 i trattamenti assistenziali rappresentavano il 37% del totale delle pensioni liquidate in un anno, ma con gli anni le cifre sembrano aumentare. Nel 2018, la percentuale è arrivata al 50% del totale. Ciò significa che, tra assegni e pensioni sociali, la metà delle pratiche Inps ogni anno non è supportata da contributi versati durante la vita lavorativa dal contribuente.

Il peso di tali trattamenti assistenziali non è poco: su una spesa annua di 204 miliardi, i trattamenti non coperti da contributi pesano per 21,3 miliardi. Se a pagare sono i contribuenti, non lo sono però tutti: secondo i dati del Ministero dell’Economia infatti su 60 milioni di italiani, solo poco più di 40 presentano la dichiarazione dei redditi. E di 40 milioni, 12 milioni pagano imposte pari a zero. Ciò significa che, a conti fatti, il sistema Inps e del fisco in generale è finanziato da meno della metà dei contribuenti. Inoltre, il 50% dei contribuenti tra i 15mila e i 50mila euro di reddito versa il 57% dell’Irpef totale e un altro 40% è a sovvenzionato dal 5,3% dei contribuenti, che guadagna sopra i 50mila euro. Lo scenario regalato dalle cifre Inps non è dei migliori, perché se è giusto prevedere assistenza a chi ne ha davvero bisogno, viene da chiedersi se in tutti quei cittadini con zero contributi non ci siano anche evasori e furbetti, che pesano sulla collettività.