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La Brexit gela le Ipo: la app Trainline è la prima matricola Lse nel 2019

La riscossa della City di Londra parte dalla stazione dei treni. E non è una metafora. Al London Stock Exchange, dove a metà
del 2019 non si è ancora vista una quotazione, sta per arrivare Trainline: è una app per comprare biglietti dei treni e sarà la prima matricola della borsa inglese quest’anno. Le incertezze di Brexit hanno congelato le Ipo in Inghilterra: unica eccezione lo studio legale DWF, una mid-cap da 350
milioni di capitalizzazione. Trainline, con un valore atteso di 1 miliardo di sterline, sarà invece una blue chip: la società
peraltro arriva alla stazione di Paternoster Square, la sede della Borsa, con un anno di ritardo, in perfetto karma con l’arretratezza
dei treni inglesi.

Il progetto era stato avviato nella primavera del 2018, il che la dice lunga sulle difficoltà che il mercato dei capitali
sta soffrendo per Brexit, non tanto per l’uscita da Ue ma per la totale indecisione della classe politica su come uscire.
Con una capitalizzazione stimata di 1 miliardo di sterline, Trainline sarà l’unica big cap del 2019 e tra le poche in tutta
Europa: le Ipo sono ferme in tutto nel Vecchio Continente (l’italiana Nexi, con 4 miliardi, è stata la più grande e una delle poche a sfidare i mercati).

Nata come costola di Virgin Train, la compagnia ferroviaria privata del magnate Richard Branson, nel 1997 – quando Internet
era agli albori e i biglietti, di carta, si compravano solo in stazione – Trainline è passata di mano tra vari fondi di investimento
fino ad approdare al mega private equity americano KKR. Nonostante il nome, la app non ha nulla che vedere, coi treni o coi trasporti: Trainline è in realtà una fintech. Il modello industriale non è tanto il sistema di ricerca dei treni e dei prezzi (la app trova biglietti per qualsiasi tratta
e in qualsiasi paese) è la piattaforma di pagamento (la vera polpa del business è la transazione di denaro). Non a caso dietro
al successo dell’azienda c’è un ex manager di eBay (stesso meccanismo: il vero motore non è l’asta, ma la piattaforma Paypal),
la ceo Clarie Gilmartin, una delle donne manager emergenti in Inghilterra, inserita dal Times tra i giovani leader sotto i 40 anni del paese. Grazie alla facilità d’uso della app, Trainline l'anno
scorso ha venduto biglietti per 2,7 miliardi, una cifra enorme. KKR, che ha chiamato Jp Morgan e Morgan Stanley per gestire la quotazione, gongola. All’orizzonte si profila una ricca plusvalenza:
il fondo rilevò l’azienda per 500 milioni: ora la rivende al doppio sul mercato.

La biglietteria è una fetta di mercato dove nel Regno Unito si aprono praterie sterminate: il sistema ferroviario è in generale
molto arretrato e i siti delle varie compagnie funzionano malissimo. In più la privatizzazione delle ferrovie, iniziata negli
anni 80, ha creato una giungla di tariffe, prezzi e offerte da decine di operatori diversi: la gente è disorientata e avere tutto in una App è una svolta. Anche l’Italia, che almeno sui treni (grazie a FrecciaRossa e Italo) è all’avanguardia in Europa, è partita alla conquista
dell’Inghilterra: Trenitalia, che gestisce una tratta ferroviaria dall’Essex a Londra col marchio C2C, ha di recente lanciato un sistema di biglietteria.
Si chiama Pico4UK ed è l’unico vero e serio concorrente di Trainline. La piattaforma replica il modello dell’Italia: vendita
digitale, via app e on line, come Trainline, abbinata a biglietterie self service, la stessa modalità che ha decretato il
successo delle Frecce.

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