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Brexit e paradisi fiscali, mossa della UE: isole Cayman nella black list

Allo scoccare della mezzanotte del 31 gennaio Londra ha ufficialmente salutato l’Unione Europea. A quanti esultavano per la fine della Brexit, arrivata al traguardo dopo mesi di rinvii e colpi di scena, si sono contrapposti altri che hanno invece fatto notare come tutto sia appena iniziato.

Al via, una vera maratona diplomatica, da portare avanti in 11 mesi con la scadenza del 31 dicembre sul collo.

 

Intanto, dalle parti di Londra il clima continua a essere teso e non mancano i colpi di scena: l’atteso rimpasto del Governo del primo ministro britannico ha fatto una vittima eccellente: il cancelliere dello Scacchiere – cioè il ministro delle Finanze – Sajid Javid.
Secondo indiscrezioni accreditate, sembra che il Ministro di origine pachistana sia finito al centro di un aut-aut: la sua permanenza infatti sarebbe stata assicurata solo se Downing Street avesse commissariato quasi tutto il suo staff. Javid ovviamente si è rifiutato ufficializzando le dimissioni.  

LA PARTITA A SCACCHI TRA LONDRA E UE – Si diceva, la trattativa tra UE e Londra è appena iniziata. Per molti, una partita a scacchi a tutti gli effetti dove a vincere sarà chi userà la strategia migliore con Bruxelles che fa la prima mossa: le isole Cayman, territorio d’Oltremare della Corona, verrà inserito nella black list europea che punta a recuperare gli oltre 600 miliardi di euro di possibili entrate che ogni anno vengono persi a causa dei paradisi fiscali. 
La policy europea – una sorta di  gentlemen’s agreement – prevede di evitare di inserire territori sotto il controllo degli Stati membri in questa lista, ma ora a Brexit fatta, è cambiato anche il destino delle Cayman.

LA MOSSA DI BRUXELLES – Il segnale è chiaro: un piccolo (grande) esempio di perdita del potere negoziale britannico sull’Europa e insieme un avvertimento a Johnson in vista delle trattative sui futuri rapporti. Tradotto: l‘UE non farà sconti a Londra.
La decisione sarà formalizzata domani, martedì, a Bruxelles dai Ministri delle Finanze dell’Unione, con l’arcipelago caraibico che raggiungerà nella lista dei cattivi Belize, Fiji, Oman, Samoa, Trinidad e Tobago, Vanuatu, Samoa Americane, Guam e Isole Vergini.