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Da cashback a riforma aliquote, Conte e Gualtieri aprono cantiere fiscale

Archiviata la partita delle Regionali, il Governo può tirare un sospiro di sollievo. Ma il “3 a 3”, un pareggio che secondo molti ha il sapore della vittoria con Salvini che ha fallito la spallata e Renzi che è letteralmente crollato, non è comunque scevro d’ombre. Giuseppe Conte resta saldo (per ora) sulla sua poltrona ma per il Premier si apre ufficialmente una nuova stagione da “mediatore”.

IL NUOVO PD – Il Pd post-Regionali aumenterà di certo la sua pressione lasciando da parte, probabilmente, la prudenza e la “timidezza” di questo primo anno di governo. Di certo i Dem sono già pronti a battere cassa su argomenti chiave come i dl sicurezza o, ancora di più, il Mes.

Il Movimento Cinquestelle, che esulta per la vittoria al referendum confermativo sul taglio dei parlamentari, glissa sul dato politico decisamente più preoccupante, ossia l’ennesimo flop che arriva dal voto locale e rischia di finire schiacciato da un lato dalla poca chiarezza sul suo futuro e dall’altro dal pressing del Pd. Con un ulteriore nodo che potrebbe finire, magari non subito, sul tavolo di Palazzo Chigi, quello del rimpasto che il Presidente del Consiglio, almeno per ora, allontana.

GOVERNO APRE CANTIERE FISCALE – Come aveva anticipato il Presidente del Consiglio intervistato da La Stampa, nell’ambito del contrasto all’evasione fiscale, uno dei pilastri dell’azione di Governo, dal primo dicembre è previsto un cashback, ossia un rimborso del 10% su quanto si spende con la carta: il rimborso, in concreto, sarà di un massimo di 300 euro e andrà a chi spenderà fino a 3000 euro. Non solo, i bonus befana si chiamerà adesso super cashback e sarà di 3000 euro l’anno.

 

Nel frattempo, il Ministero dell’Economia è al lavoro per mettere a punto la riforma delle aliquote Irpef. Confermato l’assegno unico per le famiglie, mentre sulle aliquote dell’imposta sui redditi ancora non è stata scelta una ricetta. Come riporta il Giornale, nella maggioranza si scontrano ancora due partiti: chi vorrebbe ridurre il numero delle aliquote e chi, come il Titolare del Tesoro, spinge per il meccanismo dell’aliquota continua.

Il nodo, però, resta quello della copertura. Se l’intenzione – come sembra –  è ancora quella di alleggerire il carico fiscale sui redditi medi, il costo della riforma non potrà essere inferiore ai 10 miliardi. Tradotto: la coperta, come al solito, è sempre corta.

Sul fronte dei tagli alle “spese fiscali”, cioè le agevolazioni, il Governo continua a navigare a vista. In tanti in passato ci hanno provato ma è difficile – se non impossibile – toccare vantaggi consolidati.