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Decreto crescita, sì al salvataggio di Radio Radicale. A favore Lega e opposizioni, contro M5S

La maggioranza giallo verde si spacca sul salvataggio di Radio Radicale e sulla Rai. Nel primo caso, è passato nelle Commissioni
riunite Bilancio e Finanze della Camera un emendamento del Pd (a firma Sensi e Giachetti) al decreto Crescita per “salvare”
l’emittente radiofonica con un finanziamento di altri 3 milioni per il 2019 ma la maggioranza giallo verde si spacca.

Il testo è stato riformulato, hanno spiegato i dem, su proposta della Lega ma il governo con il viceministro dell’Economia,
Laura Castelli, ha dato parere contrario. Hanno votato a favore la Lega e tutti gli altri partiti, mentre il Movimento 5 Stelle
ha votato contro. La misura punta a favorire la conversione in digitale e la conservazione degli archivi. Il decreto crescita
è atteso dall’Aula lunedì prossimo, 17 giugno e deve essere convertito in legge, dopo l’ok di Palazzo Madama, entro il 29.

Sul fronte Rai, invece, è saltato in Commissione di Vigilanza il voto sulla risoluzione contro il doppio incarico al presidente
Marcello Foa, nominato anche presidente di RaiCom. I due gruppi di maggioranza non hanno trovato l’accordo sull’emendamento
presentato dal capogruppo della Lega, Massimiliano Capitanio, e hanno fatto mancare il numero legale.

Ma la divisione politicamente più rilevante è quella su Radio Radicale. La pesantezza dello strappo tra Lega e Cinque Stelle
si avverte nelle parole del vicepremier M5S Luigi Di Maio, pubblicate in mattinata su facebook: «Oggi la maggioranza di Governo
si è spaccata, per la prima volta. È stato così, è inutile nasconderlo. Si è spaccata – si legge nel post del vicepremier
pentastellato – su una proposta presentata dai renziani del Pd che prevede di regalare altri 3 milioni di euro di soldi pubblici,
soldi delle vostre tasse, a Radio Radicale. La Lega ha votato a favore (insieme a Forza Italia), con mia grande sorpresa.
Il MoVimento 5 Stelle ha ovviamente votato contro! Secondo noi è una cosa gravissima, di cui anche la Lega dovrà rispondere
davanti ai cittadini. Sono franco: dovrà spiegare perché ha appoggiato questa indecente proposta del Pd! Dopo di che si va
avanti, perché siamo persone serie», ha concluso il leader politico dei Cinque Stelle.

Ok a deducibilità totale Imu sui capannoni industriali
Non solo Radio Radicale. Via libera da parte delle Commissioni della Camera anche alla deducibilità totale dell’Imu sui capannoni
industriali e dal 2023 l’Ires sarà al 20 per cento. Un altro emendamento approvato apre nuovi scenari nell’ambito di fintech, blockchain e intelligenza artificiale nel settore finanziario.

Che cosa prevede l’emendamento su Radio Radicale
L’emendamento sull’emittente radiofonica approvato prevede l’inserimento nel testo del provvedimento dopo l’articolo 30 di
un articolo 30 bis, dal titolo: «Interventi a favore di imprese privatre nel settore radiofonico». In base al primo comma,
le imprese radiofoniche private che abbiano svolto attività di informazione di interesse generale (legge 230 del 1990) mantengono
il diritto dell’intero contributo previsto dalle leggi 250 del 1990 e 278 del 1991, anche in presenza di ripartizione percentuale
tra gli altri aventi diritto. Inoltre, allo scopo di favorire la conversione in digitale e la conservazione degli archivi
multimediali di questo tipo di imprese la Presidenza del Consiglio dei ministri corrisponde a queste aziende un ulteriore
contributo di tre milioni di euro per quest’anno (le risorse vengono attinte dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione
nell’informazione). Questo contributo, prevede l’emendamento approvato, «non è soggetto a riparto percentuale tra gli altri
aventi diritto, e può essere riassorbito da eventuale Convenzione appositamente stipulata successivamente all’entrata in vigore
della presente disposizione». Entrambi i contributi vengono corrisposti nel limite dell’80% dei costi dell’esercizio precedente.

GUARDA IL VIDEO - Bonafede: Radio Radicale? Esiste già un servizio pubblico

La mozione del Senato della scorsa settimana
La mozione al Senato della scorsa settimana per «l’attività di digitalizzazione e messa in sicurezza degli archivi» garantiva
la sopravvivenza di Radio Radicale. A favore del salvataggio dell’emittente bradiofonica si era espresso nelle ultime ore
il vicepremier Matteo Salvini. «Su Radio Radicale non cambio idea rispetto a prima delle elezioni – aveva detto -Non si cancella
l’esistenza di una radio con un emendamento e con un tratto di penna. Il mandato a nome della Lega in Commissione è di lavorare
affinché questa voce ci sia». Alla fine il via libera è arrivato.

Inpgi: no commissariamento con platea più ampia se disavanzo non cala in 1 anno
Sospensione del rischio commissariamento e ampliamento della platea contributiva «al fine di ottemperare la necessità di tutelare
la posizione previdenziale dei lavoratori del mondo dell’informazione». È la sostanza dell’emendamento “salva Inpgi” al Dl
crescita presentato dai relatori nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, al quale, si apprende, hanno lungamente
lavorato i tecnici del ministero del Lavoro. La proposta di modifica, al voto nelle prossime ore, dà peraltro all’Istituto
12 mesi di tempo dall’approvazione del decreto legge per adottare «misure di riforma» che riportino in equilibrio la gestione
previdenziale obbligatoria, contenendo le spese o aumentando la contribuzione degli assistiti. Il risultato da centrare, secondo
l’emendamento, è un disavanzo sotto il 7% del patrimonio entro il 2021. Nel frattempo viene sospesa l’efficacia della legge
del 1994 che disciplina il commissariamento degli enti previdenziali privati. E in caso la situazione non migliori il Governo,
anche per consentire la sostenibilità finanziaria dell’Istituto nel medio-lungo periodo metterà a punto, entro sei mesi oltre
i 12 concessi all’Inpgi, regolamenti finalizzati all’ampliamento della platea contributiva (in precedenti proposte di modifica
si era fatto riferimento ai “comunicatori” da iscrivere nella cosiddetta gestione “separata”).

Vigilanza,no accordo Lega-M5S, salta voto su Foa
Distanze tra Lega e Cinque Stelle sono emerse anche sul dossier Rai. È infatti saltato il voto in Commissione di Vigilanza
Rai sulla risoluzione contro il doppio incarico al presidente Marcello Foa, nominato anche presidente di RaiCom. I due gruppi
di maggioranza, in una riunione di 20 minuti avvenuta questa mattina fuori dell’aula di San Macuto, non hanno trovato l’accordo
sull'emendamento presentato dal capogruppo della Lega, Massimiliano Capitanio, e hanno fatto mancare il numero legale. Se
ne riparlerà la prossima settimana. Il Pd attacca: «Parlamento bloccato e umiliato». Il presidente Barachini: «Non intendo
tollerare la paralisi».

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