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Global tax, quanto guadagna l’Italia dalla nuova tassa sulle multinazionali

È il successo politico dei “grandi”, che alcuni osservatori hanno attribuito soprattutto al segretario del Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen. Naturalmente lo sforzo diplomatico ha potuto contare anche sul contributo del presidente Usa Joe Biden, il cui progressismo dell’agenda politica non aveva bisogno di ulteriori conferme.

L’accordo è stato trovato al G7, di cui fa parte anche Italia, riunitosi ieri a Londra. Ora bisognerà trovare la quadra al G20 e poi all’Ocse, organizzazioni internazionali più rappresentative. Di cosa si tratta? In poche parole di una “global tax” per le aziende multinazionali. Tra cui anche Facebook, Amazon e Google, i beneficiari della crisi, sia se guardiamo al cambiamento delle abitudini di vita della popolazione mondiale sia ai ai bilanci (qui i risultati stellari del primo trimestre di Facebook)

Cos’è e come funziona la global tax sponsorizzata dagli Usa

Le multinazionali saranno tassate per almeno il 15%. A questa aliquota se ne aggiungerà una nazionale, cioè sui profitti che i colossi realizzano in patria: ammonta al 20% dei profitti per le compagnie che eccedono il 10 di margine.

Cosa significa tutto questo per l’Italia? In altre parole, come le soglie individuate dai “grandi” si traducono in maggiori introiti per le casse dello Stato? Innanzitutto va sottolineato che l’accordo sarà operativo tra qualche anno. E che il nostro Paese prevede già una “digital tax” sui profitti delle multinazionali del tech. Una misura che sarà sostituita dalla global tax, ma solo al momento dell’entrata in vigore di quest’ultima.

Quanti soldi in più per l’Italia dal nuovo sistema fiscale per le multinazionali

Il passaggio dalle parole (l’accordo politico) ai fatti (le regole operative) non è così facile da anticipare negli esiti. Lo dimostra proprio la digital tax, sovrastimata per circa 550 milioni. Tuttavia è proprio dai colossi digitali che dovrebbe arrivare la maggior parte del gettito. Infatti attualmente queste aziende pagano le tasse nei paradisi fiscali, dove hanno la sede legale. Con la global tax (che, va bene ripeterlo, colpisce tutte le multinazionali), secondo le stime dell’Osservatorio fiscale europeo, a disposizione della macchina pubblica italiana arriverebbero 2,7 miliardi di euro in più.

Discorso diverso per la tassazione delle multinazionali non tecnologiche, che godrebbero di un sistema fiscale agevolato, rispetto al quale la global tax sposterebbe davvero poco (qui tutti i dettagli sulla misura che ha messo d’accordo i leader del G7). La prossima tappa per dare sempre più concretezza all’accordo è il G20 di luglio: con presidenza italiana e in programma a Venezia.