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Le ristrutturazioni «chiavi in mano» in cambio del credito fiscale

Facile Ristrutturare, Casa Zero o la nascente Happy Way. Sono solo alcune delle piattaforme che si sono organizzate come global general contractor o come aggregatori di competenze professionali, per dare una soluzione chiavi in mano a chi vuole ristrutturare casa, beneficiando degli incentivi statali e accollandosi il credito fiscale. Pensano loro a chi firma il progetto, quali materiali scegliere, quale installatore coinvolgere o quale impresa affidare i lavori. Non solo piattaforme.

Tra i nuovi operatori economici in crescita in questo mercato c’è Facile Ristrutturare che punta tutto su ristrutturazioni chiavi in mano, acquistando il credito d’imposta dei propri clienti riconoscendogli direttamente uno sconto in fattura del 50%.

“Siamo un’impresa edile” spiega Giovanni Amato, co-fondatore di Facile Ristrutturare, che insieme a Loris Cherubini, architetto, ha messo in piedi una macchina che in questo momento conta 2.500 cantieri aperti in tutta Italia e quest’anno avrà  un fatturato dell’ordine dei 180-200 milioni di euro. Un’iniziativa imprenditoriale nata dall’incontro tra i due partner in occasione della ristrutturazione della villa di Amato, erano committente e progettista, con diversi disagi da affrontare nel corso del cantiere, «che ci ha fatto pensare a un’impresa, unico punto di riferimento per il tecnico e per il cliente».

“E’ attiva dal 2014, ha 250 dipendenti e 5.000 operai, e si affida anche a imprese che di volta in volta seleziona sul territorio” racconta Amato. Ha 70 negozi in tutta Italia fronte strada, presidiati da uno store manager e da tecnici d’azienda (architetti, geometri e ingegneri), che a loro volte tengono le fila con decine di architetti, da 20 a 40 per ciascun negozio, 700 al momento in tutto il Paese. E poi c’è uno showroom aperto recentemente a Milano in via Cassala, dove si incontrano tutte le aziende del gruppo Renovars che è la holding del gruppo a cui fanno riferimento Facile Ristrutturare, ma anche tra le altre Facile Progettare e Facile Immobiliare: un hub che offre diversi servizi legati al mondo della casa, dalla ristrutturazione alle utenze passando per il design, i servizi immobiliari e quelli assicurativi. Consulenza a 360°. “Con i nostri showroom ” spiega Amato “vogliamo offrire tutti i servizi, forniture incluse, da qui la scelta di aver aggregato altri satelliti specializzati rispettivamente nella vendita di serramenti e dell’arredo bagno”.

La scorsa estate Leroy Merlin ha stretto un accordo con Renovars, dando vita alla newco CasaTua (51% Leroy Merlin e 49% da Renovars). Grazie a quest’alleanza, la leader del fai-da-te punta a rafforzare la sua offerta di servizi con aree di progettazione presenti all’interno dei propri punti vendita, proponendo quindi gli architetti del network – che coordineranno le fasi di ideazione e progettazione degli interventi – e la rete di artigiani e professionisti che realizzano i servizi di posa e installazione a domicilio.

Il modello di business è di un’azienda-piattaforma, che ha come obiettivo la creazione di opportunità  di collaborazione con diversi partner sul territorio. Facile Ristrutturare si è tenuta ferma sulla domanda del 50%, avendo consolidato una competenza sul tema dell’interior design, chiaramente includendo impianti elettrici, termoelettrici e idraulici, nell’ambito della ristrutturazione di abitazioni.

Casa Zero, d’altro canto, è nata con il preciso scopo di cavalcare in modo virtuoso ed equo l’opportunità  offerta dall’Ecobonus 110%, consentendo, attraverso il meccanismo dello sconto in fattura, di riqualificare gli edifici a costo zero. Casa Zero è un general contractor con una capacità  finanziaria in grado di attivare e gestire numerosi cantieri contemporaneamente. Siamo partiti da Treviso dove abbiamo firmato 221 contratti per altrettante abitazioni e abbiamo portato a termine 90 cantieri. Il tempo medio di esecuzione per una residenza mono o bifamiliare può variare da 30 a 60 giorni a seconda della tipologia».

Alberto Botter, fondatore di Casa Zero, spiega l’identikit della sua azienda studiata a partire da competenze interdisciplinari, dal management alla finanza a quelle tecniche legate all’impiantistica, e che ha appena aperto 12 filiali in Veneto, Lombardia e Piemonte, fino a Lucca, auspicando di intercettare il mercato della Versilia. «Non negozi, per non confondersi con le agenzie immobiliari”. Zero costi, zero anticipi, zero attività a carico del cliente e zero chilometri: perché lo studio di progettazione è in house (oggi sono 42 i collaboratori ma crescendo il volume di business si punta ad arrivare a 200-250 tecnici), mentre le imprese vengono selezionate sul territorio di riferimento del cantiere specifico. Terzo elemento su cui punta l’azienda è l’investimento in IT con una piattaforma di controllo per poter gestire centinaia di cantieri/mese e monitorare il lavoro dei subappaltatori.

Casa Zero si occupa della progettazione con il suo studio tecnico, ha affidato a Edrasis la gestione delle verifiche catastali e con TeamSystem ha impostato l’infrastruttura tecnologica. Task force veneta con una chiara mission: «non siamo una società che fa ristrutturazioni, ma gestiamo chiavi in mano l’iter per garantire ai privati di poter usufruire del bonus del 110%, con particolare attenzione alle componenti energetiche. Non vogliamo fare interventi che sforino i massimali di spesa: alla firma del contratto ci impegniamo a portare a termine i lavori nell’ambito del preventivo vincolante, a zero costi per il privato, che in anticipo cede il credito fiscale a Casa Zero, che a sua volta, a monte, ha attivato accordi con degli energy provider e con delle banche per rendere sostenibile il processo». Casa Zero «non è un aggregatore di situazioni, ma sta lavorando per rafforzarsi come azienda», e usa diverse piattaforme a seconda del soggetto a cui cede il credito.

Ecco che su questo fronte – per il quale stanno nascendo anche nuove professionalità e si stanno perfezionando i modelli di business – tra i soggetti più attivi c’è Harley&Dikkinson, arranger tecnologico, finanziario e di garanzia rivolto a chi opera nella riqualificazione e valorizzazione degli edifici. «Il mercato sta esplodendo. Le opportunità legate agli eco-incentivi sono enormi, non c’è dubbio che diano una scossa al mercato e siano una leva per far ripartire l’economia italiana» dice Alessandro Ponti, amministratore delegato H&D che ha già fatto decollare 37 piattaforme fintech e di supporto normativo-fiscale dedicate alla gestione di interventi di riqualificazione con incentivi fiscali e cessione del credito d’imposta, associabili ad ulteriori soluzioni finanziarie ad hoc. Tra le altre quella con Eni gas e luce, Cappotto Mio, nata per mettere a disposizione una soluzione per rendere più efficiente la casa, richiedendo la detrazione fiscale del Superbonus.

A valle è stato firmato anche un accordo con Fondazione Inarcassa, attraverso la piattaforma CECRE, proprio per supportare le attività di ingegneri e architetti liberi professionisti nell’ambito in questo ambito di riferimento. «Grazie alle norme si sta facendo cultura – dice Ponti – si stanno sanando abusi edilizi, si aprono nuovi mercati per i professionisti tecnici, si ottimizzano i processi». Il mondo della progettazione è stato spinto a dialogare con l’industria e con l’edilizia e a breve sarà disponibile anche un’altra piattaforma, Happy Way, che farà dialogare progettisti e industrie partner (con i rispettivi istallatori certificati), e punterà a coinvolgere gli artigiani locali (iscritti, come in una sorta di super-albo fornitori).

La transizione ecologica (anche con la nomina del nuovo ministro dedicato) ha ingranato una marcia più alta. Il mercato dell’edilizia si sta organizzando, attraendo anche nuovi partner. Ma non mancano dubbi e perplessità quando si ascoltano le associazioni di categoria o gli ordini professionali. In particolare, dal fronte dei professionisti il faro è puntato sul ruolo fiduciario da mantenere con il cliente finale, senza intermediari. Si solleva anche il tema dei compensi e delle parcelle: ricordando anche che con il Superbonus il primo saldo viene pagato al 30% dei lavori eseguiti, pertanto mentre le imprese riescono ad affrontare la sfida magari con un prestito-ponte, per il mondo dei tecnici significa lavorare a sbalzo per tanti mesi. Senza dubbio però, per gli architetti si apre un nuovo mercato per il ruolo di coordinamento della progettazione, in stretta sinergia con le società di ingegneria.

Nuove piattaforme stanno prendendo piede, ma da Nord a Sud il mondo Ance fa rete da tempo, da molto prima della spinta degli eco-incentivi. A Reggio Calabria, ad esempio, è attiva la rete Edilnet Network dell’Edilizia Etica e Sostenibile, co-finanziata dal Mise e dalla Regione Calabria con risorse statali e regionali, grazie all’Ance locale, attivata per il riposizionamento competitivo del sistema produttivo locale, programmando e realizzando interventi a favore dello sviluppo del comparto edile e del territorio, attraverso una serie di azioni progettuali integrate per la creazione di un meta-distretto produttivo della bioedilizia calabrese.

Francesco Siclari, presidente Ance Reggio Calabria, fa presente che «più si sale con l’aliquota verso il 110%, più la complessità della procedura cresce. Il 50% in fattura richiede di fatto procedure snelle e generalmente tutte le imprese sono attrezzate per supportare i propri clienti. È per il Superbonus che serve un’offerta produttiva innovativa, ecco che la nostra rete attiva già dal 2015 si propone per dare una risposta integrata, valorizzando il sistema territoriale delle imprese, in sinergia con le professioni tecniche e con la parte giuridica e fiscale». I costruttori difendono quindi il proprio ruolo, proponendosi come reti e consorzi, agevolati nel riuscire a trattare anche con le banche per nome e per conto di una pluralità di soggetti.

Ancora, in Lombardia, Rete Irene è attiva dal 2013 e nel 2020 è diventata una società benefit che ha una rete di impresa che oggi conta 30 aderenti, tutti imprenditori. John Bertazzi, socio e consigliere di amministrazione, sottolinea la gavetta dei partner ben prima del Dl Rilancio, il rapporto con partner industriali e istituti di credito, e l’impegno continuativo fin dai primi bonus che permettevano la cessione dei crediti d’imposta.

«I progettisti sono i nostri primi clienti: ci teniamo a dare evidenza di tutti i ruoli chiave del processo. Abbiamo costruito una società con tutte le capacità tecniche, certificative e di diagnosi (preventiva e finale) e nella nostra squadra – sottolinea Bertazzi – ci sono anche i muratori». Costruttori quindi in difesa della centralità del progetto, senza dover marginare a discapito di alcune professioni e competenze.