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Nuova Sabatini: come funziona la misura dei beni strumentali

La misura Beni Strumentali nota anche come Nuova Sabatini è l’agevolazione erogata dal Ministero dello Sviluppo Economico a favore delle piccole e medie imprese che mira ad agevolare l’accesso al credito e ad incrementare la competitività del sistema produttivo del nostro Paese. Tali obiettivi si concretizzano con la concessione di contributi che le PMI possono utilizzare per acquistare o per sottoscrivere contratti di leasing di macchinari, attrezzature e beni strumentali.

Con la Legge di Bilancio 2020 la misura è stata prorogata fino al 31 dicembre 2020 e sono state introdotte diverse novità, ecco spiegato perché si parla di Nuova Sabatini. In questo articolo ti forniamo tutte le informazioni utili in merito: cos’è, a chi si rivolge, quali sono i settori ammessi e quali sono i beni strumentali finanziati.

Indice

La Nuova Sabatini: cos’è e quali sono le novità introdotte per il 2020?

Con la Nuova Sabatini il MISE mette a disposizione delle piccole e medie imprese italiane contributi significativi per investimenti in macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, hardware, software e tecnologie digitali. In questo modo si permette anche alle realtà aziendali più piccole di poter acquistare macchinari e sistemi digitali tecnologicamente avanzati che di solito soltanto le aziende di grandi dimensioni possono permettersi.

Per il 2020 sono state introdotte diverse novità:

  • semplificazione dell’iter per la presentazione della richiesta;
  • erogazione del contributo in un’unica soluzione per finanziamenti i cui importi non superano i 100 mila euro;
  • incremento dell’importo che la singola azienda può richiedere: da 2 milioni a 4 milioni.
  • Quali sono i requisiti richiesti alle imprese?

    Per poter beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese devono possedere i seguenti requisiti:

  • devono essere regolarmente costituite ed iscritte nel Registro delle Imprese o nel Registro delle imprese di pesca;
  • devono poter esercitare pienamente e liberamente i propri diritti. Non possono beneficiare della misura le imprese che sono in liquidazione volontaria o sono sottoposte a procedure concorsuali;
  • non devono rientrare tra le imprese che hanno ricevuto aiuti considerati dalla Commissione Europea illegali o incompatibili;
  • godono di una situazione economica stabile, non devono trovarsi in difficoltà;
  • possono avere la sede in uno degli Stati Membri dell’UE ma devono provvedere ad aprire una sede operativa in Italia entro la fine dell’investimento.
  • Quali sono i settori ammessi?

    Possono accedere alla richiesta del finanziamento tutti i settori produttivi, agricoltura e pesca compresi. Non sono invece ammesse le imprese finanziarie ed assicurative e le aziende che si occupano di esportazione e che per gli interventi subordinati impiegano in modo preferenziale prodotti interni rispetto a quelli di importazione.

    Beni Strumentali: come funziona la misura?

    Con i Beni Strumentali il MISE eroga un contributo alle PMI per coprire gli interessi di finanziamenti agevolati che quest’ultime richiedono alle banche e agli intermediari finanziari convenzionati per l’acquisto dei beni ammessi dalla misura. E’ inoltre possibile richiedere che il finanziamento sia coperto dalla garanzia del “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese” fino all’80% dell’importo richiesto. Il finanziamento ha la durata massima di 5 anni, l’importo va dai 20.000 euro ai 4 milioni di euro per singola impresa e può essere utilizzato per coprire completamente tutti gli investimenti rientranti nella misura.

    Il contributo del MISE è pari agli interessi calcolati per un finanziamento della durata di cinque anni il cui importo è uguale all’investimento ed il tasso annuo applicato è pari al 2,75% per gli investimenti ordinari e del 3,75% per gli investimenti in tecnologie digitali e per tutti quelli che rientrano nel piano “Industria 4.0” (ad es. big data, realtà aumentata, sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti). Inoltre per i beni materiali ed immateriali che rientrano tra gli investimenti Industria 4.0 è previsto un contributo maggiorato del 30%.

    Quali costi finanzia la misura?

    Come anticipato le PMI possono richiedere il finanziamento per l’acquisto o il leasing dei seguenti beni:

  • macchinari;
  • attrezzature;
  • impianti;
  • beni strumentali ad uso produttivo;
  • hardware, software, tecnologie digitali.
  • I beni devono essere nuovi e devono riferirsi alle immobilizzazioni materiali per “impianti e macchinari”, “attrezzature industriali e commerciali” e “altri beni” (spese che nell’attivo dello stato patrimoniale sono classificati alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4). Non sono ammessi i finanziamenti per acquistare terreni e fabbricati, beni usati o rigenerati e tutti beni che si riferiscono a “immobilizzazioni in corso e acconti”. Gli investimenti devono inoltre rispondere a specifici requisiti:

  • autonomia funzionale dei beni: non sono infatti ammessi i finanziamenti per l’acquisto di componenti o parti di macchinari che non possiedono tale requisito;
  • i beni oggetto del finanziamento devono essere correlati all’attività produttiva dell’azienda.
  • Entro quanto tempo l’impresa deve concludere l’investimento?

    Affinché l’agevolazione non venga revocata l’impresa ha l’obbligo di concludere l’investimento entro e non oltre 12 mesi dalla data in cui viene stipulato il contratto di finanziamento. In questo caso si considera la data dell’ultima spesa sostenuta relativa all’investimento e per il leasing finanziario la data dell’ultima consegna dei beni.

    Nuova Sabatini: come si presenta la domanda

    Le imprese in possesso dei requisiti necessari possono presentare la domanda per richiedere l’agevolazione scaricando dal sito ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico, alla sezione Beni Strumentali- Nuova Sabatini l’Allegato 1- Modulo di Domanda. Una volta scaricato e salvato sul PC, il modulo va compilato in ogni sua parte e firmato utilizzando la firma digitale. Il file e gli allegati richiesti vanno inviati dall’impresa da un indirizzo di posta elettronica certificata all’indirizzo PEC della banca convenzionata prescelta. L’elenco completo ed aggiornato delle banche e degli intermediari finanziari che aderiscono all’iniziativa è disponibile nella sezione Documenti Utili. La compilazione della domanda seppur guidata richiede particolare attenzione.

    In primis bisogna verificare di aver scaricato l’ultima versione del modulo, indicata sul sito con il termine Release. Se si utilizza un modulo diverso, non lo si compila per intero e/o non vengono inviati tutti i documenti e le informazioni richieste si rischia che la domanda non sia ricevuta dal destinatario e che il finanziamento ed il contributo del MISE non siano concessi all’impresa. Per evitare spiacevole e fatali errori, consigliamo di scaricare la Guida alla compilazione della domanda (in pdf) seguendo sul sito del MISE questo percorso: Beni Strumentali > Presentazione Domande. In merito all’eventuale modifica dei dati inseriti nel modulo è importante ricordare che è possibile apportare correzioni soltanto in fase di compilazione della domanda.

    Una volta inviata la documentazione firmata non è più possibile apportare modifiche. Se ci si rende conto di aver sbagliato qualcosa nell’inserimento delle informazioni richieste è possibile inviare una richiesta straordinaria di sblocco tramite Pec al seguente indirizzo benistrumentali@pec.sviluppoeconomico.gov.it. Sarà poi il Ministero a valutare la fattibilità delle richiesta.

    Cosa succede dopo aver inviato il modulo di domanda?

    Presentata la domanda la banca/intermediario finanziario procede con le opportune verifiche: regolarità della domanda, presenza di tutti i documenti richiesti, sussistenza dei requisiti necessari per accedere all’agevolazione. Se l’esito è positivo la banca, previa conferma del MISE circa le risorse erariali disponibili per il contributo, concede il finanziamento all’impresa. La banca si impegna a stipulare il contratto di finanziamento con la PMI e ad erogare i finanziamenti in un’unica soluzione entro 30 giorni dalla stipula del contratto di finanziamento o nel caso di contratto di leasing finanziario entro 30 giorni dalla data di consegna del bene. L’erogazione del contributo del MISE è prevista a completamento dell’investimento che l’impresa deve autocertificare ed è effettuata in quote annuali.

    L’impresa infatti ad investimento ultimato è tenuta a compilare telematicamente sul sito del Ministero due moduli: il DUI ossia la dichiarazione che attesta l’avvenuta ultimazione dell’investimento ed il RU ossia la Richiesta Unica dell’erogazione. A questi moduli va apposta la firma digitale del legale rappresentante o del procuratore. Per attivare il pagamento delle quote annuali di contributo l’impresa deve inoltre inviare ogni anno al Ministero, sempre in formato digitale, la Richiesta di Pagamento. L’avvenuta ultimazione dell’investimento deve essere inviata al Ministero entro 60 giorni dal completamento dell’investimento mentre il modulo RU va presentato entro massimo 120 giorni. Nel caso di mancato rispetto dei tempi indicati da parte dell’impresa si procede con la revoca del contributo.

    È possibile richiedere la revoca o rinunciare all’agevolazione?

    Potrebbe accadere per diversi motivi che un’impresa voglia richiedere la revoca o voglia rinunciare all’agevolazione ed il MISE contempla tale possibilità. I casi delineati sono i seguenti:

  • l’impresa decide di rinunciare al finanziamento agevolato prima dell’emanazione del provvedimento: la rinuncia va comunicata soltanto alla banca o all’intermediario finanziario che provvederà a comunicare al Ministero l’avvenuta rinuncia;
  • l’impresa rinuncia al finanziamento quando il provvedimento di concessione del contributo è già stato emanato: in questo la comunicazione deve essere inviata alla banca/intermediario finanziario;
  • e al Ministero che si occuperà del provvedimento di revoca del contributo.
  • Una volta inviata la richiesta il Ministero adotta il provvedimento di revoca e l’impresa beneficiaria non riceverà le quote residue che le spetterebbero ed è tenuta a restituire gli importi già erogati a cui viene applicato un interesse maggiorato. Il finanziamento Beni Strumentali presso la Cassa Depositi e Prestiti decade. La banca prescelta dall’impresa può mantenere attivo il finanziamento ma dovrà utilizzare risorse diverse da quelle previste dalla misura.