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Stretta al contante, raddoppia il bonus per i pagamenti tracciabili

Il governo prosegue sulla strada della stretta all’uso del contante, anche perché alcuni margini previsti in Manovra derivano esattamente dal maggior gettito che l’utilizzo di pagamentio tracciabili può comportare. Dunque il cosiddetto ‘bonus tracciabilità’ raddoppia, come del resto recita il testo della Nota di aggiornamento al Def approvata dal Consiglio dei ministri:
una detrazione del 19% su spese in settori considerati ad alto rischio di evasione
un cashback tra il 2 e il 4% (ma le percentuali vanno ancora definite)

Risorse necessarie
Come accennato, la misura è fondamentale per le sorti della Manovra stessa. Dalla tracciabilità dei pagamenti si attendono infatti circa 7,2 miliardi di euro (0,4 punti di Pil) da portare in dote per gli impegni di spesa.

Superbonus meglio del ‘bonus Befana’
Nelle ultime ore il ventilato ‘Bonus Befana’, un bonus da corrispondere all’inizio dell’anno sulla base delle spese tracciate, sembra essere stato superato dall’ipotesi di un superbonus per un massimo di 475 euro di detrazione (il 19% su un importo di complessivo di spesa annuale di 2.500 euro) da sfruttare per acquisti con moneta elettronica di beni e servizi in settori ritenuti come a particolare rischio di evasione. Dunque una nuova detrazione per spese su cui fino ad ora non sono ammessi bonus fiscali. Ad esempio per un intervento di manutenzione ordinaria in casa, oppure la riparazione di un’auto o di una moto. Si introdurrebbe anche in queste situazioni il contrasto di interessi non solo con la richiesta di ricevuta o fattura, ma anche con il pagamento attraverso carte, bancomat, applicazioni o altri strumenti tracciabili.

Cashback
Si studia un modo ridurre l’impatto dell’Iva sulla spesa delle famiglie attraverso il cashback, ossia una restituzione mensile o trimestrale dal 2 al 4% degli importi spesi con moneta elettronica direttamente sull’estratto conto, senza intervenire sulla rimodulazione della aliquote Iva. Ne ha parlato specificamente il premier Giuseppe Conte: “Il mio obiettivo è consentire di abbassare l’Iva e stiamo lavorando per farla scendere sulle bollette dal 10 al 5 % così come abbassare all’1% l’Iva su prodotti come il pane, il latte e la frutta”. Non si tratterebbe di creare nuove aliquote Iva in base ai prodotti e alle modalità di pagamento, ma di agire sull’impatto finanziario attraverso le restituzioni.