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Tassa di soggiorno in aumento: quanto spenderà di più un turista? Città interessate

Brutte notizie per i turisti in Italia: dal prossimo anno la tassa di soggiorno sarà raddoppiata nelle città con il più alto numero di visitatori. Una misura che rischia di trasformarsi in una vera e propria stangata sulle vacanze delle famiglie. Un emendamento al Decreto fiscale, proposto dal Pd e approvato in Commissione Finanze alla Camera, prevede il raddoppio del limite massimo della tassa di soggiorno, che passerebbe da 5 a 10 euro, nelle città che hanno un numero di presenze di turisti oltre 20 volte il numero dei residenti.

Il provvedimento riguarderà le città d’arte italiane più frequentate, insieme ai piccoli centri che ogni anno raddoppiano la popolazione per via delle elevate presenze di turisti. Per le casse dei Comuni, che nel 2019 dovrebbero ottenere complessivamente più di 600 milioni di euro, saranno entrate preziose.

Meno contenti invece saranno i turisti, obbligati a sborsare fino 10 euro al giorno a testa solo per la loro presenza in una località di vacanza, così come gli albergatori, tenuti ad applicare la tassa a pena di sanzioni anche gravi, che già hanno sollevato le prime proteste.

“Rimane in capo agli albergatori l’onere di riscuotere l’imposta e di sostenere in toto le relative spese (ad esempio le commissioni delle carte di credito), per di più con l’aggravante di un sistema sanzionatorio lunare, che punisce con sanzioni penali anche piccoli ritardi ed errori formali di minima entità”, ha lamentato Federalberghi.

La norma deve ancora completare il suo iter parlamentare e i Comuni ai quali si applicherà la tassa di soggiorno aumentata saranno indicati con decreto ministeriale, nel frattempo però è già possibile individuare le città interessate. Il parametro delle presenze turistiche 20 volte superiori al numero degli abitanti è indicativo.

Il primo dato che emerge, a sorpresa, è che la nuova tassa di soggiorno aumentata non si applicherà a città come Roma e Milano, nonostante l’elevato numero di visitatori che registrano ogni anno, soprattutto Roma con 26 milioni. Questo perché si tratta di metropoli con un alto numero di residenti che i turisti non superano di oltre 20 volte.

Com’è facilmente immaginabile, le città che corrispondono a questo parametro sono quelle medie e piccole, o che in generale non hanno un elevato numero di residenti. Venezia e Firenze, ad esempio, ci rientrano. La prima con 11 milioni e la seconda con 10 milioni di turisti all’anno, vedono aumentare in modo esponenziale la loro popolazione. Forse l’aumento della tassa di soggiorno potrebbe contenere l’eccessivo affollamento.

Accanto alle più famose città d’arte, potranno essere colpite dal raddoppio della tassa di soggiorno località molto frequentate dai turisti italiani e stranieri come Jesolo, Sorrento, Cortina, Capri, Ischia e Rimini. Tutte località con un basso numero di residenti ma frequentatissime durante la stagione turistica. La sola Jesolo raccoglie ogni anno 5,6 milioni di turisti.

Oltre alle località di mare è probabile che numerosi piccoli comuni di montagna, scarsamente abitati ma molto visitati, saranno interessati dal nuovo provvedimento.

Finora sono stati 1.020 i Comuni italiani che hanno applicato l’imposta: 997 la tassa di soggiorno vera e propria e 23 quella di sbarco. Pur rappresentando una minoranza sul numero complessivo dei Comuni italiani (poco meno di 8.000), hanno ospitato il 75% di tutti i pernottamenti registrati in un anno in Italia.

I Comuni che applicano la tassa di soggiorno si trovano per il 41,2% al Nord-Est, per il 26% al Nord-Ovest, per il 17,3% al Sud e per il 15,5% al Centro. La maggior parte dei Comuni (315) che applicano la tassa di soggiorno si trova in montagna, il 31,6%, seguono quelli al mare (196), il 19,7%, poi quelli in collina (161), il 16,1%. Mentre le città d’arte sono appena 104, pur incassando gli importi più elevati, poiché registrano grandi numeri nelle presenze. Infine, la località di lago che applicano la tassa di soggiorno sono 96 e quelle termali 40.

La città che incassa il maggior importo dalla tassa di soggiorno è Roma, con 130 milioni di euro annui, il 27,7% del gettito totale. Roma insieme a Milano, Firenze e Venezia porta l’incasso a più del 58% del totale, oltre 240 milioni di euro. Cifre che aumenteranno in modo considerevole se la tassa di soggiorno sarà raddoppiata, anche senza Roma.