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Tasse, una pace fiscale per fermare 9 milioni di cartelle esattoriali

Il 15 ottobre scadrà la moratoria delle cartelle esattoriali che ha tenuto in sospeso il Fisco per l’emergenza, ma che adesso rischia di travolgere milioni di contribuenti. Senza interventi da parte del governo, il giorno dopo L’Agenzia delle entrate dovrà inviare circa 9 milioni di lettere e Pec a imprese, partite Iva e semplici cittadini per farsi corrispondere il dovuto. Ma sarebbe come ripresentare il conto di una crisi ancora lontana dal vedere. Il rischio è quello dell’esplosione di una “bomba sociale”. La soluzione allora, seppure politicamente compromettente, potrebbe essere una pace fiscale, cioè la rottamazione delle cartelle del 2019 e del 2020.

Tasse, in arrivo 9 milioni di cartelle esattoriali: l’ipotesi pace fiscale

L’ipotesi comincia già a circolare tra gli esperti i quali farebbero notare come, a differenza di tanti altri condoni compiuti in passato, in questo caso ci sarebbero tutte le premesse. Le due principali sono quelle di essere in presenza di un quadro economico disastroso, come mai dal secondo dopoguerra, e l’intenzione da parte del governo di mettere mano alla riforma fiscale.

Tasse, in arrivo 9 milioni di cartelle esattoriali: la riforma

Il ministero del Tesoro sta già lavorando a una ristrutturazione del sistema del Irpef con una riduzione delle aliquote, da 5 a 3 e l’introduzione di un modello simile a quello tedesco. La teoria vorrebbe quindi chiudere i conti col passato per costruire un nuovo rapporto tra le tasse e gli italiani.

Secondo le intenzioni del ministro dell’economia Roberto Gualtieri il piano si basa su una riduzione della pressione fiscale a partire dal ceto medio, ripensando i criteri del prelievo.

Un report appena pubblicato dalla Corte dei Conti conferma il dato di fatto che buona parte dell’evaso in Italia è ormai inesigibile: dei mille miliardi in cartelle esattoriali emesse dal Fisco nel periodo 2000-2019, mancano all’appello 954 miliardi di euro, dei quali soltanto 80 avrebbero concrete possibilità di essere recuperati.

Servirebbero 15 miliardi per finanziare la riforma fiscale, che il Mef scommette di tirare fuori da una revisione e rimodulazione delle cosiddette “tax expenditures”, i bonus attraverso i quali gli italiani riducono il carico delle tasse da pagare.