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Vanessa Colella, super manager di Citigroup con la passione per l’innovazione

NEW YORK – Masters a Columbia e Massachusetts Institute of Technology, coronati da un dottorato all’Mit Media Lab. Il passato
accademico di Vanessa Colella è di quelli che si fanno notare. Ancor più, però, spiccano le distinzioni professionali: è Chief
innovation officer di Citigroup, alla guida di Citi Ventures dove scommette sulle nuove soluzioni tecnologiche nella finanza.
Un salto nel futuro digitale oggi sempre più indispensabile anche per istituti bancari del calibro di Citi – che oggi punta
sempre meno anche su filiali fisiche nel tradizionale retail banking e solo nel primo trimestre 2019 ha rastrellato un miliardo
in “digital deposits”.

La divisione di Vanessa Colella è motore di obiettivi ancora più ambiziosi: agisce da vero e proprio incubatore – e investitore
– nel favorire startup potenzialmente trasformative nella finanza. Dentro e fuori la banca, negli Stati Uniti come all’estero,
Italia compresa: Citi Ventures è stata ad esempio tra i partecipanti, sul finire dell’anno scorso, alla prima edizione di
BeReady2Fly, evento di matching organizzato da Università Bocconi e Politecnico di Milano insieme ai loro “incubators” Speed
Mi Up e Polihub in Borsa Italiana.

Colella, in un’intervista al Sole 24 Ore, ha parlato delle molteplici iniziative che coltiva, da blockchain all’intelligenza
artificiale. «Siamo co-investitori o partner con altre società finanziarie e commercializziamo la maggior parte del nostro
portafoglio. I nostri sono investimenti di minoranza e non richiediamo esclusività, né intendiamo rilevare le aziende di cui
abbiamo quote in portafoglio». Come opera Colella? «Gestisco con il mio team attività di venture capital e investimenti di
private equity su scala globale. Incontro molte aziende ogni anno. Seguo le tendenze nel tech e nel fintech, nei dati e nel
machine learning come nella cybersecurity», spiega. «Ho insomma un ventaglio di partecipazioni che aiuta gli imprenditori».
E non solo: Colella stimola e promuove idee nate dentro la banca: «Anche i nostri dipendenti possono avere idee straordinarie,
che servono a sviluppare migliori soluzioni per i clienti. Abbiamo sei panel integrati nei diversi business – dai mercati
dei capitali al retail, da servizi di tesoreria a carte di credito – che giudicano le proposte, sul modello di Shark Tank.
Organizziamo 60-70 sessioni l’anno, che coinvolgono migliaia di persone e centinaia di startup interne. E abbiamo assunto
una ventina di ex imprenditori quali “allenatori”».
Questo modello interno, che utilizza la metodologia Lean Startup, è battezzato D10X: ha dato vita alla prima startup oltre
un anno fa, CitiConnect for Blockchain assieme a Nasdaq e Chain, società partecipata. Un’altra start up decollata è Proxymity,
piattaforma digitale che collega aziende e azionisti per facilitare il voto dei soci, caratterizzata da accuratezza e trasparenza.
«Può aiutare investitori istituzionali che hanno centinaia di posizioni – dice Colella – Vogliamo espanderla dalla Gran Bretagna
a livello internazionale».

Colella entra poi in maggiori dettagli su due capitoli al centro dell’intera spinta innovativa, Blockchain e Intelligenza
artificiale. «Blockchain è una tecnologia entusiasmante ma tuttora nascente, con il potenziale di creare sia opportunità che
traumi in numerosi mercati e settori». Citi sta investendo in un ampio spettro di applicazioni. Axoni, fornitore di Distributed
Ledger Technology (DLT), e R3, con Ibm, si sono fatte partner della DTCC, la Deposit Trust & Clearing Corporation, per semplificare
il trattamento dei derivati sul credito nell’ambito della sua Trade Information Warehouse. Nel campo della lotta e della compliance
sul riciclaggio, la startup Trade sta creando una rete per banche e assicurazioni con l’intento di garantire semplificazione
e sicurezza nella raccolta dati sui consumatori e nella loro condivisione. Paxos È un altro fornitore di DLT – sistemi digitali
per registrazioni multiple e contemporanee di transazioni di asset – rivolto ai mercati dei capitali. La già menzionata Chain.com
È impegnata in soluzioni DLT per i servizi finanziari e Cobalt, network elettronico di gestione, nel post-trade valutario.
C’è poi Digital Asset Holdings, guidata dall’ex stella di JP Morgan Blythe Masters, che sta fornendo alla Borsa australiana,
prima in assoluto, soluzioni basate su blockchain per attivatà di compensazione e regolamento delle operazioni. E ancora SETL,
nei sistemi multi-asset e in molteplici valute. «Alla radice – continua Colella – blockchain combina un ledger condiviso e
sofisticate tecnologie per contratti. Strumenti che possono semplificare il middle e back office».

A sua volta, «l’intelligenza artificiale presenta numerose opportunità per trasformare il settore bancario portandolo verso
un futuro digitale più intelligente, sicuro e efficiente» continua Colella. «È possibile una riduzione dei costi attraverso
l’automazione, standardizzando e automatizzando i flussi di business, i compiti di basso valore quali data entry e tracking
manuale». È inoltre immaginabile «un’accelerazione e rafforzamento delle decisioni più consequenziali: le tecnologie di machine
learning sono in grado di trattare enormi quantità di dati, riducendo il tempo di analisi e permettendo migliori obiettivi
e la loro personalizzazione».

Si possono irrobustire i servizi attraverso la Human Augmentation, la realtà umana aumentata. «L’intelligenza artificiale
può migliorare gli sforzi quando si tratta di interazioni di alto valore e rispondere a scenari complessi che eludono le capacità
umane in tempo reale». Infine può rendere il sistema finanziario «più sicuro, scoprire truffe e anomalie, gestire intelligentemente
il rischio, rispettare in modo uniforme i requisiti di compliance».
L’intelligenza artificiale può estendersi ovunque. «Citi sta esplorando il ricorso a soluzioni di Machine learning e AI a
tutto campo, per il front, middle e back office». Occorre spezzare «i compartimenti stagni nei nostri dati e creare un tessuto
comune che renda simili attività più accessibili e disponibili per l’avanzata degli algoritmi». Citi Ventures adotta un approccio
«sia di piattaforma “orizzontale”, dove sviluppiamo app e prodotti sulla base di AI destinati a specifici utilizzi core quali
sottoscrizioni o anti-riciclaggio. Che di soluzioni “verticali”, create dall’avanzata del Machine learning in aree quali il
trattamento di voce e discorso per la sicurezza».

Ad oggi gli investimenti riguardano qui numerose app, tra le quali Ayasdi, DataRobot, DB Networks, Datameer (orizzontali);
Betterment, Feedzai, Clarity Money, Persado (verticali). Un ventaglio di innovazioni e progetti d’avanguardia che sono il
presente di Colella – e forse il futuro del banking.

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