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“Voglia” di patrimoniale? Dopo la Covid Tax del Pd anche Conte apre al prelievo forzoso

Nei momenti più bui della storia economica ecco che si riaffaccia l’”incubo” patrimoniale. Come lo stesso premier ha ribadito in conferenza stampa presentando il nuovo decreto Rilancio, uno dei punti di forza del nostro sistema economico è il risparmio delle famiglie. “Dettaglio” (di grandissimo conto) che ci ha permesso di non sprofondare in svariate occasioni.

“Siamo tutti consapevoli che in Italia c’è un grande risparmio privato, e sicuramente questa è una delle ragioni di forza della nostra economia. Ci sono tanti progetti, vedremo a tempo debito” ha detto Conte. Quasi a lasciar intendere che l’ipotesi patrimoniale potrebbe essere messa sul tavolo del Governo. Cosa che invece, tempo fa, escludeva categoricamente.

Cos’è e come funziona la patrimoniale

Per finanziare l’impennata di deficit di quest’anno generata dalla crisi sanitaria da Coronavirus, l’Italia, che in cassa ha una ricchezza pari a circa 10mila miliardi, avrà bisogno di oltre 100 miliardi di euro.

La patrimoniale è un prelievo forzoso di capitale dai conti correnti di cittadini e imprese, intesa come misura eccezionale per affrontare una forte crisi economica. Legata, inevitabilmente, all’alto tasso di indebitamento pubblico e alla situazione critica delle finanze italiane.

Un’imposta che può andare a colpire i beni mobili, come denaro, azioni e obbligazioni, oppure immobili, come case, proprietà e terreni. E che può essere “fissa”, quando viene versata indistintamente da tutti i contribuenti per lo stesso importo, oppure “variabile”, secondo scaglioni percentuali diversi in base al valore del patrimonio di ciascun contribuente. La patrimoniale può essere ordinaria, con cadenza regolare, oppure straordinaria, cioè applicata in casi eccezionali e dunque senza periodicità.

La “Covid-Tax” del Pd

Proprio all’inizio della pandemia il Pd aveva proposto una “Covid-Tax” che avrebbe preso la forma di un contributo di solidarietà per il 2020 e il 2021 a carico dei redditi più elevati, oltre gli 80mila euro, da destinare a tutti coloro che versano in situazioni di povertà a causa della crisi o in situazioni di grave difficoltà per la perdita completa del reddito, come i giovani lavoratori autonomi.

La somma versata sarebbe stata deducibile e sarebbe partita da alcune centinaia di euro per le soglie più basse fino ad arrivare ad alcune decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione di euro.