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Imu, novità su chi non la deve pagare: cosa cambia

Importanti novità per le famiglie proprietarie di due abitazioni che, fino a qualche giorno fa, erano state costrette a pagare l’Imu sulla seconda casa. Infatti, tramite una sentenza dello scorso 13 ottobre 2022, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima una norma che era entrata in vigore ben 11 anni fa, legge che prevedeva che per le coppie sposate o unite civilmente che abitano in case differenti (nello stesso comune o in diversi), limitava l’esenzione Imu ad una sola delle due case, relegando l’altra a seconda e quindi soggetta a tassazione.

La sentenza della Corte e chi non deve pagare

L’importante presa di posizione da parte della Corte costituzionale è un passo che tante famiglie aspettavano da anni e che oggi, con la sentenza numero 209 del 13 ottobre scorso, diventa realtà. Grazie alla pronuncia dei giudici, infatti, sparisce l’assoggettamento quasi “automatico” dell’Imu di una delle due abitazioni rendendo così possibile l’esenzione per entrambi gli immobili sia se essi siano situati nello stesso comune che in comuni diversi. Ma per essere esentati dal pagamento si dovranno verificare delle condizioni ben precise che dovranno essere provate.

Tra le condizioni, infatti, c’è quella della residenza e dimora abituale di uno dei due coniugi per provare che la casa in questione è realmente abitata. Per poter provare questa condizione basta, per esempio, presentare le bollette delle utenze che, analizzando i consumi, possono portare a calcolare se i dati emersi sono congrui alla presenza di una persona durante l’anno. Un’altra prova di residenza, può anche essere la scelta del medico di base, anche se non sono presenti al momento precisazioni ufficiali. La possibilità di fruire della doppia esenzione viene verificata comunque caso per caso (qui vi avevamo parlato della novità sull’Imu regionale).

Per cercare di arginare le false residenze per tentare di aggirare il pagamento dell’Imu sulla seconda casa, nella sua sentenza la Corte costituzionale ha specificato che il suo giudizio non determina in alcun modo un’esenzione Imu per le “seconde case” in cui uno dei coniugi abbia trasferito la residenza anagrafica, non dimorandovi abitualmente. I comuni, quindi, saranno ancora una volta strumenti efficaci per verificare l’esistenza o meno della dimora abituale, portando quindi chi ha la residenza in un immobile, ma non anche la dimora effettiva, a continuare a dover pagare l’Imu per quell’immobile.

Per tutti coloro che invece rientrano nel primo caso, invece, può essere richiesto il rimborso dell’imposta pagata in passato. Per poterlo ottenere bisogna presentare domanda al proprio comune entro cinque anni dal versamento a cui si dovrà aggiungere entro il 30 giugno 2023 la domanda per comunicare il cambio di destinazione dell’immobile e il suo “upgrade” ad abitazione principale.

Imu, cosa cambia per le attività

La sentenza numero 209 delle Corte costituzionale del 13 ottobre 2022 porta importanti novità anche per le attività, con l’esenzione del saldo 2022 che vale anche per teatri, sale per concerti e spettacoli, fortemente colpiti durante la pandemia. L’Imu in questi casi non è dovuta solo a condizione che i proprietari siano anche gestori delle attività che vengono esercitate all’interno.

Il saldo va versato dal proprietario del fabbricato se dato in locazione o in comodato o anche in affitto di azienda ad un’impresa che esercita una di queste attività. L’esonero non è invece previsto per gli immobili destinati a discoteche, sale da ballo, night club e simili.

Imu, novità su chi non la deve pagare: cosa cambia


Fonte: 123RF

Imu, novità su chi non la deve pagare: cosa cambia