Il DL Salva-Conti n.39/2024 ha intensificato le restrizioni già previste dal Decreto Blocca Cessioni

Sembra una partita a tennis quella giocata in Senato in questi giorni e dedicata al disegno di legge n.39/2024 che, a fine marzo, con un solo colpo di spugna ha eliminato quasi incondizionatamente la possibilità di cessione e sconto in fattura. Però, tra gli emendamenti al DL Salva-Conti presentati da forze politiche bipartisan spuntano alcune richieste che vorrebbero abolire le restrizioni previste per il Superbonus, allargando la maglia delle possibilità per il bonus barriere architettoniche e rettificando in parte la possibilità di remissione in bonis, dal dl completamente abolita.

Bonus barriere architettoniche e Sisma  fino al 2025  

Il Dl n.39/2024 recante “Misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali” ha aumentato i blocchi previsti per il bonus barriere architettoniche 75%, eliminando la possibilità di cedere il credito o di effettuare uno sconto in fattura per tutte le spese sostenute dopo il 31 marzo 2024, a meno che i lavori non siano già iniziati o che siano stati già presentati i titoli abitativi necessari. Tra gli emendamenti presentati in Senato nel corso dell’esame per il DL-Salva-Conti, compare anche la reintroduzione delle opzioni alternative (sconto e cessione) alla detrazione diretta al Bonus Barriere Architettoniche fino al 31 dicembre 2025, proponendo la completa abolizione del comma 4 dell’art.1. 

Una richiesta simile si legge nel caso di lavori antisismici negli edifici residenziali. L’emendamento al DL Salva-Conti ipotizza che le disposizioni di blocco cessione e sconto “non si applicano altresì nei comuni interessati da tutti gli eventi sismici verificatisi dopo l’anno 2008 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza”, estendendo così il perimetro dei territori che potrebbero essere coinvolti.

Il problema degli errori senza la remissione in bonis

Un altro punto toccato dagli emendamenti al DL Salva-Conti riguarda la regolamentazione della remissione in bonis. Il DL 39/2024 ha eliminato la possibilità di utilizzarla introducendo la tassativa scadenza del 4 aprile 2024, per le comunicazioni al Fisco. Intervento inserito nella speranza di avere finalmente un conteggio chiaro delle cessioni in atto. Tuttavia, eliminando la remissione in bonis, è stata cancellata anche la possibilità di correggere i piccoli errori di compilazione o i ritardi nell’invio dettati dall’incertezza normativa. L’emendamento del Parlamento ipotizza invece la reintroduzione della remissione in bonis (fino al 15 ottobre 2024) per tutti gli interventi con asseverazione trasmessa all’Enea entro il 30 marzo 2024.

La conversione in legge del Decreto 39/2024 è tutt’altro che semplice. Il Presidente della Commissione Finanze che si sta occupando del ddl ci ha tenuto a specificare che “non verrà messo in votazione niente che non ha copertura”. Tenendo presente anche le considerazioni poco ottimistiche di Banca d’Italia, appare ancora più difficile l’approvazione di molti degli emendamenti presentati.