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Finanza Alternativa e Credit Crunch: come le Fintech aiutano le PMI in un contesto pandemico

finanza alternativa

Prendendo spunto da una recente ricerca della Preqin, si può certamente dire che la Finanza Alternativa per le imprese è in pieno boom.
Un ambito a supporto delle imprese in pieno sviluppo anche in una fase così critica come quella che stiamo vivendo.

Nella ricerca si evidenzia con chiarezza come nel 2020, a conferma quindi del positivo trend del 2019, le risorse impiegate nei segmenti della finanza alternativa hanno traguardato la cifra record di 10,7 trilioni di USD, e evidenzia una crescita annua del 9,8%, prevedendo infatti un volume di 17,2 trilioni nel 2025.

Il nuovo contesto economico in cui le PMI sono chiamate ad operare e competere, impone all’area Amministrazione e Finanza di evolvere e dotarsi di strumenti per gestire con efficienza il ciclo finanziario dell’impresa. Oggi più che in passato quindi, le imprese devono porsi l’obiettivo di rendere maggiormente efficiente il proprio Capitale Circolante, ovvero renderlo più veloce e meno costoso. 

Un’impresa oggi ha a disposizione tutta una serie di strumenti finanziari per sostenere la propria crescita, che vengono genericamente indicati come soluzioni di “Finanza Alternativa”.

È noto come l’anno appena concluso, si stato caratterizzato da forti incertezze e da elementi di crisi economica e di liquidità per le imprese europee, e in particolare per quelle italiane.
Per questo motivo, la finanza alternativa ha continuato a dare supporto in primis alle piccole e medie imprese, arrivando a registrare flussi di erogato di circa 3miliardi di euro.

Ecco quindi, che nonostante si profili una contrazione sui finanziamenti da parte delle banche tradizionali, è possibile osservare come esistano oggi delle valide alternative: l’invoice trading, il private equity, i minibond e il crowdfunding.
Strumenti oggi sempre più alla portata delle imprese anche di piccole dimensioni.

Finanza alternativa per l’impresa: i vantaggi

Oggi un’impresa ha quindi una serie di strumenti alternativi per finanziare la propria attività, anche se spesso sono gli stessi imprenditori o i CFO a non aver ben chiaro quali siano i vantaggi nell’utilizzo di soluzioni, come ad esempio: l’invoice trading.

Cashinvoice nel dialogo costante con i propri clienti, ne ha evidenziato alcuni, quali:

  • Rapidità e sicurezza per l’accesso al credito;
  • Diversificazione delle fonti di finanziamento
  • Attivazione del dialogo con investitori istituzionali e internazionali
  • Rafforzamento della solidità finanziaria
  • Riduzione delle posizioni in Centrale Rischi
  • Migliore educazione finanziaria delle imprese
  • Trasparenza

Cresce il settore Fintech: secondo un documento realizzato dal Centro per la Finanza Alternativa dell’Università di Cambridge, dalla World Bank e dal World Economic Forum, in un contesto dove negli ultimi anni si sono persi oltre 50 miliardi di euro di finanza alle imprese, si osserva come l’invoice trading, sia una soluzione che avvicina sempre di più le piccole e medie imprese, spesso escluse dal mercato del credito.

L’invoice trading è quello in cui è presente la massa gestita più elevata, pari a 3 miliardi di euro al 30 giugno 2020, con un incremento pari al 23%. Si tratta di una soluzione – scambio di fatture su piattaforma con un orizzonte temporale di scadenza 90-120 giorni, utilizzata come forma di sostegno per il fabbisogno a sostegno il fabbisogno di capitale circolante delle imprese.

Tra gli strumenti di finanza alternativa gestiti dalla piattaforma CashInvoice.it, vogliamo dare spazio a un approfondimento sul c.d. “Reverse Factoring”.

Il Reverse Factoring (O Indiretto)

Il factoring indiretto o reverse factoring è uno strumento finanziario attraverso il quale un’azienda organizza un servizio, per consentire lo smobilizzo dei crediti che i propri fornitori vantano nei confronti della stessa.

L’operatività funziona in modo «invertito» rispetto a una classica operazione di factor: è infatti la società di factoring che stipula una convenzione per la gestione e il conseguente regolamento di tutti i debiti verso fornitori, a condizioni concordate e in via esclusiva, con coloro che intendono aderire all’accordo.

In questo caso l’elemento che caratterizza l’operazione è rappresentato dalla gestione dei crediti/debiti, rispetto alla quale la cessione risulta in una fase strumentale.
La decisione di ricorrere a tale strumento deve essere collocata tra le scelte di gestione del capitale circolante.

L’operatività è semplice: attraverso CashInvoice, l’impresa debitrice si rivolge al factor chiedendo che questo si impegni ad accettare in cessione i crediti dei propri fornitori, relativi agli acquisti da essa effettuati.

La società di factoring mette a disposizione dell’azienda convenzionata un adeguato plafond di fido debitore (da utilizzare indirettamente attraverso i propri fornitori), pro solvendo e/o pro soluto a seconda del soggetto su cui ricade il rischio di insolvenza.

Come nell’operazione classica, nel factoring indiretto pro solvendo il rischio di insolvenza rimane a carico del cedente, mentre nel factoring indiretto pro soluto il rischio si trasferisce a carico della società di factoring, che assicura al cedente il pagamento del credito.

Generalmente si sottoscrive in via preventiva un accordo – quadro di factoring indiretto tra debitore e società di factor, che i fornitori (i cedenti del credito alla società di factoring) sono tenuti a sottoscrivere, secondo le condizioni dell’accorso stesso.

Su richiesta del cedente è possibile anticipare le somme oggetto del credito commerciale, previa accettazione del debitore, proporzionalmente all’ammontare dei crediti ceduti.
In quest’ultimo caso, la società di factoring eroga al cedente la differenza tra l’importo dei crediti riscossi e quanto anticipato, al netto delle commissioni e degli interessi concordati.

Non costituisce ostacolo alla redditività dell’operazione il fatto che il fornitore dovrà pagare al factor la commissione di factoring e gli interessi delle somme ottenute in anticipo.

Generalmente la somma che il fornitore è chiamato a sostenere per il servizio di anticipo è, in linea di massima, pari al costo che il fornitore avrebbe ugualmente sostenuto optando verso altre forme di finanziamento. L’operazione può essere effettuata tramite diverse soluzioni tecniche: con o senza finanziamento, con o senza garanzia.

I vantaggi dell’operazione

I benefici del ricorso al factoring indiretto sono sostanzialmente gli stessi dell’operazione «classica» e riguardano essenzialmente lo svolgimento delle funzioni amministrative e contabili, il disegno della strategia commerciale, la gestione finanziaria e l’organizzazione dell’azienda.

Per quanto riguarda l’aspetto amministrativo-contabile, il factoring consente di ricondurre a un unico rapporto, tutte le rilevazioni attinenti ai crediti verso la clientela.
In questo modo il fornitore si alleggerisce di tutti gli oneri relativi alla tenuta della contabilità clienti e all’amministrazione dei crediti.

Dal punto di vista della politica commerciale, la società di factor è tra l’altro in grado di fornire informazioni sulle imprese e sul mercato rendendo così più sicuri i rapporti commerciali.

Il vantaggio finanziario è evidente per il creditore, nel caso in cui il factor anticipi le somme cedute, perché viene trasformato un termine di pagamento differito in uno per contanti.
Quando poi la cessione avviene con l’assunzione, da parte del factor, del rischio di inadempimento, l’impresa cedente resterà esente dai rischi che normalmente accompagnano il rapporto di credito, rendendo più sicuro il rapporto commerciale con il fornitore.

Difatti l’impresa debitrice, garantendo il pagamento sicuro delle forniture di merci e servizi, potrà ottenere più facilmente dei termini di pagamento medio/lunghi o, in alternativa, degli sconti merci piuttosto elevati.

Inoltre, l’impresa debitrice, ha l’ulteriore beneficio di ottenere castelletti merci più elevati da parte dei fornitori, commisurati con il fido concesso da parte della società di factoring, il quale rappresenterà di fatto un elemento strategico per l’indotto degli approvvigionamenti e per le vendite dell’azienda.

I vantaggi possono essere riassunti come segue:

  • per la società cedente (il fornitore–creditore)

    – assistenza per le problematiche gestionali, adempimenti formali e operativi sulle forniture;
    – semplificazione delle procedure di riconoscimento dei crediti;
    – verifica del materiale documentale;
    – pianificazione dei pagamenti.
  • per il debitore ceduto:

    – aumento della capacità di credito dai propri fornitori;
    – possibilità di programmare i pagamenti;
    – utilizzo del debito di fornitura come fonte di finanziamento alternativa tramite una maggiore dilazione dei tempi di pagamento ai fornitori;
    – miglioramento del MOL grazie a un aumento degli sconti sugli acquisti;
    – accreditamento dell’impresa nel mercato.