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Auto aziendali, Governo prepara retromarcia. Conte: “Facciamo ammenda, rimoduliamo”

Insieme alla Plastic Tax, la stretta sulle auto aziendali si è senza dubbio guadagnata nell’ultimo periodo la “palma” di misura più odiata, finita subito sotto il fuoco di fila. Neanche l’immediata concessione fatta dal Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, sulla non-retroattività del provvedimento, che dunque non avrebbe colpito coloro che già posseggono un auto ma solo le nuove immatricolazioni – era riuscita a fermare la pioggia di critiche che sono anzi aumentate giorno dopo giorno.

Dall’Aniasa, l’associazione confindustriale che rappresenta il settore del noleggio veicoli, hanno stimato che la norma produrrà “una proroga generalizzata dei contratti in essere e oltre 300.000 immatricolazioni in meno per il prossimo anno”. Tradotto: sulla misura aveva iniziato a soffiare un brutto vento e in tanti avevano capitato che entrambi gli interventi avrebbero avuto vita breve o comunque sarebbe stato necessario un sostanziale restyling.

Solo rumors insistenti, almeno fino a ieri quando è arrivata l’ammissione del Premier Conte: “Ogni scelta politica, attraverso l’adozione di meccanismi incentivanti o disincentivanti, ha implicazioni molto serie. Dobbiamo agire con attenzione, stiamo lavorando sulla norma sui benefit alle auto aziendali e abbiamo fatto ammenda. Ci siamo resi conto che rischia di danneggiare il nostro sistema produttivo e, con molta umiltà, ci stiamo lavorando per rimodularla completamente fino a svuotarne l’effetto negativo su un comparto oggettivamente in difficoltà”. 
Queste le parole del Presidente del Consiglio intervenendo alla 74esima Conferenza del Traffico e della Circolazione presso la sede dell’Automobile Club d’Italia di Roma.

SGUARDO AL 2030 – L’appuntamento è stata anche occasione per fare il punto sul prossimo futuro. Secondo lo studio della Fondazione Caracciolo – Centro Studi dell’Aci – realizzato insieme ad Enea e Cnr, nel 2030 le auto termiche rappresenteranno l’82% del parco circolante, le ibride il 10% e le elettriche (pure e ibride plug-in) quasi il 9%. Per migliorare la qualità del trasporto privato, quindi, sono necessari investimenti per l’eliminazione o la sostituzione dei 14 milioni di veicoli ante Euro 4 (il 35% del totale parco circolante attuale) e per lo svecchiamento dei mezzi pubblici, sostituendo gli autobus Diesel Euro 3 (il 60% del complessivo nazionale), con modelli elettrici alimentati da energie rinnovabili.