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A cosa serve la Certificazione Unica per il 2023: novità e scadenze

A cosa serve la Certificazione Unica, che quest’anno è stata battezzata anche come CU 2023? Quali sono i soggetti che sono tenuti a generarla? Ma soprattutto quali contribuenti la devono ricevere obbligatoriamente?

La Certificazione Unica è sicuramente uno dei documenti fiscali più importanti per quanti devono presentare la dichiarazione dei redditi. Non importa se si è in pensione o se si è un lavoratore ancora in attività: in quanto contribuente, per il solo fatto di aver ricevuto uno stipendio o una pensione, dovrai ricevere la CU 2023.

La Certificazione Unica, che sostituisce il vecchio Certificato Unico Dipendente (CUD), è in altre parole un documento – o più giustamente un certificato – con il quale vengono attestati i redditi percepiti da un lavoratore dipendente o da un pensionato.

Il datore di lavoro, l’Inps e qualsiasi altro ente previdenziale, che eroga una pensione, sono tenuti a rilasciare la certificazione unica. Da parte sua il lavoratore o il pensionato, che la ricevono, la devono utilizzare per effettuare la dichiarazione dei redditi.

L’Agenzia delle Entrate ha già provveduto a pubblicare le prime bozze della CU 2023, fornendo anche le opportune istruzioni per la sua compilazione. La CU 2023 deve essere inviata entro e non oltre il 16 marzo 2023. Ma scopriamo perché questo documento è così tanto importante.

Indice

A cosa serve la Certificazione Unica 2023

Volendo sintetizzare al massimo, la Certificazione Unica 2023 è un documento all’interno del quale vengono elencati tutti i redditi da lavoro dipendente ed assimilati di un determinato contribuente. Nella CU 2023 sono contenuti anche i redditi maturati dai lavoratori autonomi e assimilati, che hanno prestato la propria attività professionale per un soggetto che ha assunto il ruolo di sostituto d’imposta.

La Certificazione Unica, per legge, deve essere consegnata ogni anno dal datore di lavoro a tutti i collaboratori ed ai dipendenti. Nel caso in cui il contribuente stia percependo una pensione, la certificazione viene prodotta e consegnata direttamente dall’ente previdenziale (nella maggior parte dei casi è l’Inps).

La CU 2023 è un documento molto importante, perché costituisce uno dei pilastri sui quali si basa la dichiarazione dei redditi: serve per dichiarare correttamente tutte le somme che sono state percepite nel corso dell’anno. Vengono elencati gli importi relativi a tutti tipi di lavoro svolti – che possono essere da dipendente o assimilati – e viene consegnato direttamente dal datore di lavoro.

Nel caso in cui la certificazione unica non dovesse essere consegnata, dovrà essere lo stesso dipendente a richiederla. Nel caso in cui il datore di lavoro la dovesse negare, potrebbe (ovviamente il datore di lavoro) incorrere in sanzioni specifiche.

La CU 2023 deve essere consegnata sia ai dipendenti che ai lavoratori autonomi. Può essere consegnata in formato cartaceo o via mail.

Termini di consegna della CU 2023

Il 16 marzo 2023 costituisce il termine ultimo entro il quale la Certificazione Unica deve essere consegnata. La devono consegnare:

  • quanti nel corso del 2022 abbiano versato somme o valori soggetti a ritenute alla fonte;
  • quanti abbiano versato dei contributi previdenziali, assistenziali e dei premi assicurativi dovuti all’Inail;
  • quanti abbiano versato delle somme non soggette a ritenuta alla fonte, ma assoggettate alla contribuzione Inps;
  • i titolari di posizione assicurativa INAIL;
  • le amministrazioni che operano come sostituto di imposta “iscritte alle gestioni confluite nell’INPS gestione Dipendenti Pubblici”, come riportato dalla bozza del manuale di istruzioni per la compilazione della CU.
  • Certificazione Unica 2023: le novità

    A costituire le principali novità del 2023 della certificazione unica sono il bonus benzina e le detrazioni per i figli a carico.

    Per quanto riguarda il bonus benzina, è bene ricordare che questa somma non è sottoposta a tassazione sino ad un importo massimo di 200 euro per ogni lavoratore. Per quanto riguarda i figli, invece, è necessario ricordare che le detrazioni si applicano fino al 28 febbraio 2022, quando sono cessate a seguito dell’introduzione dell’assegno unico.

    Importante voce che cambia da quest’anno è quella relativa ai fringe benefit: per il 2022 è stato elevato a 3.000 euro l’importo esente da tassazione. Se l’importo complessivo di dette erogazioni è superiore, nel periodo d’imposta, a 3.000 euro l’importo concorre interamente a formare il reddito.

    Da chi deve essere presentata?

    La Certificazione Unica, come abbiamo visto in precedenza, è il documento che attesta quali sono stati i redditi percepiti da un determinato dipendente nel corso dell’anno. Il datore di lavoro è obbligato a presentare questa documentazione direttamente al dipendente. Nel caso in cui fosse necessario, può anche avvalersi di intermediari abilitati.

    Entro il 16 marzo 2023, la CU 2023 deve essere inviata all’Agenzia delle Entrate. I datori di lavoro, nella loro vesta di sostituti d’imposta, certificheranno in questo modo il reddito da lavoro dei propri dipendenti, degli autonomi e dei collaboratori. In questi adempimenti sono coinvolti direttamente:

  • quanti hanno effettuato ritenute alla fonte;
  • quanti hanno versato somme sotto forma di misure previdenziali e assistenziali;
  • quanti hanno versato premi assicurativi INAIL;
  • quanti hanno versato somme di denaro relative ai contributi previdenziali;
  • i sostituti di imposta privati o le amministrazioni.
  • Criterio di cassa e quello di competenza

    I dati che sono inseriti all’interno della Certificazione Unica hanno una natura strettamente fiscale e previdenziale. Devono, quindi, essere esposti rispettando i criteri che sono stati adottati dall’amministrazione finanziaria e degli istituti previdenziali ed assistenziali.

    È necessario, quindi, considerare con il principio di cassa solo e soltanto le somme che sono state effettivamente erogate nel periodo d’imposta.  Con il principio di competenza, invece, devono essere considerate le somme maturate, anche se non ancora erogate nel periodo d’imposta. Caso a parte è costituito dai rapporti Co.Co.Co e dai rapporti di natura autonoma, per i quali vige il principio di cassa anche ai fini previdenziali.

    L’esposizione dei dati fiscali comprende, soltanto, i compensi effettivamente erogati nel periodo d’imposta.

    A cosa serve la Certificazione Unica per il 2023: novità e scadenze
    A cosa serve la certificazione unica 2023