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Bonus carte di credito da 200 a 1.000 euro: Conte fa il punto sugli interventi in Manovra

Quanto approvato dal Dl Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020 ha fatto molto discutere in queste settimane. Tasse, agevolazioni e nuovi piani di contrasto all’evasione fiscale sono i punti cardine della Manovra 2020, ma di questi interventi non tutti sono stati accolti con lo stesso entusiasmo da contribuenti e rappresentanti delle Istituzioni.

Forse con l’obiettivo di mettere a tacere le polemiche e di fare il punto della situazione, Giuseppe Conte, ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, ha parlato proprio delle mosse varate dal suo Governo, difendendo chiaramente ciò su cui fino ad ora l’Esecutivo ha lavorato.

Una delle questioni affrontate dal Primo Ministro è quella relativa al bonus carte di credito, rimborso economico che lo Stato ha intenzione di riconoscere a chi effettuata pagamenti tracciabili e non in contanti. Tramite il cosiddetto cashback, ha spiegato, verranno effettuati rimborsi a partire da 200 euro e che, in alcuni casi (e per specifiche spese), possono addirittura arrivare a 1.000 euro all’anno.

Il Governo, dunque, non si tira indietro ed è deciso a portare avanti il proprio programma anche per quanto riguarda le tasse sulle auto aziendali. Conte, a tal proposito, ha ribadito che si potrebbe valutare di graduare l’imposta nel tempo, “fermo restando che orientare l’acquisto di auto aziendale verso l’ibrido o l’elettrico è una scelta politica”.

Sulla plastic tax, tanto contestata in queste settimane (sopratutto dalle aziende operanti nel settore della produzione di imballaggi di plastica), il Premier è apparso aperto all’ipotesi di intervenire modificando quegli aspetti della tassa che potrebbero danneggiare gli imprenditori. Nessuna eliminazione però, solo la volontà di incontrare i rappresentanti di categoria, espressa in verità già alcuni giorni fa.

Come denunciato da Fabio Storchi, presidente di Unindustria Reggio Emilia, la tassa sulla plastica potrebbe far registrare una forte battuta d’arresto all’industria italiana della plastica. Questo, per le regioni dove le aziende operanti nel settore proliferano, comporterebbe gravi danni per il territorio, mettendo a rischio gli equilibri economici ed occupazionali di Piemonte, Lombardia, Emilia – Romagna e Veneto. Essendo queste regioni che da anni trainano il Pil italiano, la loro crisi potrebbe scatenare una reazione a catena che finirebbe col ripercuotersi su tutto il Paese.

Consapevole dei dubbi e delle preoccupazioni degli addetti ai lavori, Conte in Tv ha specificato: “Se dal settore produttivo ci vengono delle doglianze, le valuteremo responsabilmente. Non vogliamo penalizzare nessuno ma quella tassa (la plastic tax, ndr) va rivendicata orgogliosamente, perché è il segno politico di chi vuole un’Italia più verde”.