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Caro benzina, la GDF intensifica i controlli: come riconoscere le truffe nei distributori

Da inizio giugno la Guardia di Finanza ha stretto le maglie sui distributori di carburante. L’operazione straordinaria proseguirà fino a metà settembre e ha la mira di scovare i “furbetti” delle pompe di rifornimento.

La campagna perseguita dalle Fiamme Gialle, messa in atto attraverso un’intensificazione dei controlli, nasce dall’esigenza di tutelare gli automobilisti sulla mancata trasparenza da parte di alcuni benzinai non in regola con le norme vigenti in materia.

Finora sono state diverse le spiacevoli situazioni venute a galla: dall’esposizione non sempre visibile dei prezzi della stazione lungo la carreggiata (come da obbligo) alla mancata illustrazione di tutti i tipi di carburante venduti, fino alla non osservanza dell’ordine previsto delle tariffe sulla cartellonistica.

In questi frangenti si tratta di defezioni soft da parte dei distributori, ma non mancano nemmeno fatti di cronaca che narrano di gravi frodi, come nel caso in cui il carburante immesso nelle auto sia inferiore di quello che compare sulla colonnina. Situazioni che possono verificarsi solo per una manipolazione volontaria della pompa. Durante le operazioni, sono state scoperte altre truffe. Ad esempio, la vendita di tipologie di carburante differente da quella dichiarata o addirittura sistemi per modificare in tempo reale la fornitura di combustibile mediante telecomandi azionati a distanza.

Gli ultimi resoconti sul mancato rispetto della trasparenza raccontano di due ispezioni in due stazioni di rifornimento della Valdorcia. Qui sono state accertate infrazioni riguardanti la non corretta comunicazione dei prezzi da indicare. Un altro illecito si è registrato in provincia di Torino, a Oulx, dove le Fiamme Gialle hanno inflitto 12 mila euro di multa a un benzinaio che ha violato diverse disposizioni.

Il caso più eclatante degli ultimi mesi resta quello accaduto a Napoli. Nella città partenopea la Gdf e l’Agenzia delle Dogane hanno fatto emergere un grosso traffico di carburanti di contrabbando provenienti dalla Spagna. Un affare illegale che in 90 giorni ha generato una maxi-evasione.

Secondo gli inquirenti, il metodo messo a punto dai contrabbandieri ha permesso l’importazione e la vendita in nero di 27.548.305 litri di gasolio, pari a 17 milioni di evasione di accise e quasi 49 milioni di Iva. Durante le perquisizioni, sono stati messi sotto sequestro circa sei milioni di litri di carburante e migliaia di euro in contanti.