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Cessione credito Ecobonus: non può essere restituito al proprietario dell’immobile

Introdotto nell’ordinamento italiano con la Legge di Bilancio 2007, l’Ecobonus indica tutti quegli interventi di efficientamento energetico che, se realizzati su abitazioni private, condomini o aziende, danno diritto a sgravi fiscali di varia natura.

Si può ottenere l’Ecobonus, ad esempio, quando si sostituisce la caldaia di casa con un modello a condensazione, quando si installano nuovi condizionatori o nuove tende parasole per balconi e terrazze. Si tratta di interventi che aiutano a diminuire il fabbisogno energetico di uno stabile e che, dunque, consentono di ridurre “l’impronta ecologica” della nostra abitazione o del nostro appartamento.

A seconda dell’intervento si ottiene un’agevolazione fiscale del 50% o del 65% da dividere in 10 rate annuali di pari importo da portare in deduzione con la dichiarazione dei redditi. O, come previsto dal Decreto Crescita 2019, il bonus si può cedere all’installatore o alla ditta che esegue i lavori ricevendo in cambio uno sconto immediato pari all’importo dell’agevolazione fiscale che avrebbe dovuto “spalmare” in un decennio di dichiarazioni IRPEF.

Ma cosa succede quando i contribuenti cui viene ceduto il credito vogliono restituirlo alla persona o all’azienda che l’aveva ottenuto? Di fatto, è impossibile restituire il credito dell’Ecobonus al “legittimo proprietario”. La spiegazione la dà direttamente l’Agenzia delle Entrate tramite la risposta all’interpello n. 415 del 2019. Nel quesito, i tre soci (paritari) di una società chiedono agli esperti dell’AdE se il credito ceduto loro ceduto dalla società può essere “rispedito al mittente”.

Dopo aver eseguito lavori di efficientamento energetico su di uno stabile intestato all’azienda, infatti, i tre avevano optato per la cessione a loro stessi del credito fiscale risultante dall’intervento. Una volta appurata la loro impossibilità a usufruire dello sgravio fiscale, i tre socie avrebbero volutor restituire il credito alla loro società e utilizzarlo così in fase di presentazione del bilancio societario. Secondo quanto si legge nel testo del quesito, infatti, i proprietari dell’azienda avevano una limitata capienza IRPEF e il credito fiscale garantito dall’Ecobonus sarebbe stato in qualche modo sprecato.

L’Agenzia delle Entrate fa però notare che un’operazione del genere non è prevista dalla normativa vigente e, per questo motivo, non eseguibile. Inoltre, verrebbe a crearsi una sorta di cortocircuito normativo per il quale i tre soci potrebbero avvalersi dello sconto riconosciuto in caso di cessione del credito a un’azienda terza.