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Condono, fondo di Garanzia Pmi, tagli ai ministeri: il ricco menù del decreto fiscale

(Teleborsa) Giorni letteralmente di fuoco per il governo gialloverde alle prese con la pioggia di critiche e bocciature che la manovra varata ha attirato a più livelli,  innescando un pericoloso braccio di ferro con l’Europa che l’ha ufficialmente bocciata, dando anche a Roma 3 settimane di tempo per rimetterci mano e provare a correggere il tiro. Un appello che tuttavia sembra essere destinato a restare inascoltato visto che l’esecutivo fa sapere di essere tranquillo e voler proseguire sulla strada intrapresa. Al netto di tutto, resta una partita delicatissima, ancora aperta, con le prossime mosse che saranno decisive mentre l’esecutivo mostra fermezza, va avanti con convinzione ma sottolinea anche “con responsabilità” blindando però quanto fatto finora.
All’attenzione dell’opinione pubblica, anche il decreto fiscale che si è guadagnato più di qualche prima pagina nei giorni scorsi visto che anche in questo caso non sono mancate polemiche su ipotetiche manine e condoni “mascherati”.
Alla fine della fiera e al netto di contrasti rientrati,  il bilancio dice otto sanatorie e un condono, che porterà in dote alla manovra 390 milioni di euro nel 2019, ma anche il rifinanziamento del Fondo per le Pmi, delle missioni di pace e delle agevolazioni per l’autotrasporto, che costeranno invece quasi 600 milioni di tagli ai ministeri. Questi i contenuti del dl che, dopo un iter appunto piuttosto travagliato, è stato firmato dal presidente della Repubblica e pubblicato, dunque, in Gazzetta ufficiale. Dal provvedimento sono stati cancellati la non punibilità penale e lo scudo per i capitali all’estero.

Il piatto forte è sicuramente il CONDONO CON LA DICHIARAZIONE INTEGRATIVA- la misura, più discussa, che riguarda gli importi celati al fisco negli ultimi 5 anni e consente di adeguare quanto non denunciato con una integrazione ‘pecialè.  Con alcuni paletti:  come più volte ribadito, niente scudi su riciclaggio e autoriciclaggio e nemmeno sulle imposte su immobili e capitali detenuti all’estero. Il condono, in pratica, interessa solo chi ha già presentato la dichiarazione, consentendo un aumento del valore del reddito del 30%, con un tetto complessivo di 100 mila euro l’anno. Chi ha dichiarato meno di 100 mila euro potrà comunque sanare fino a 30 mila euro di imponibile non dichiarato. L’aliquota è del 20%. Anche in questo caso il pagamento può essere diluito in 5 anni, ovvero in 10 rate.FRANCESCO BOCCIA, PD : ” CHI FRODA SALVATO DAL CONDONO, PORCHERIA” – Ovviamente non mancano le critiche da parte delle opposizioni che denunciano come nel decreto fiscale “c’è una grande porcheria perché nei limiti quantitativi di ammissibilità della dichiarazione integrativa `speciale´ c’è una indiretta copertura penale per i reati di dichiarazione fraudolenta con utilizzo di fatture false e artifici contabili”. A sostenerlo il dem Francesco Boccia, ex presidente della commissione Bilancio, ora candidato alla segreteria del Pd. “Se il governo è in buona fede”, ha detto, “dovrebbe immediatamente dichiarare che sopprimerà il comma 9 dell’articolo 9 del decreto, quello appunto sul condono”.Ma il menù è, appunto, molto ricco e si continua con la  ROTTAMAZIONE TER CARTELLE EQUITALIA – I ruoli dal 2000 al 2017 possono essere estinti, senza sanzioni e interessi, con il pagamento del capitale e dell’aggio dovuto all’agente della riscossione in un’unica rata (entro il 31 luglio 2019) o in dieci. Le rate scadono il 31 luglio e il 30 novembre di ogni anno e sono quindi spalmate in 5 anni, più convenienti rispetto alle precedenti definizioni agevolate. Se si sceglie il pagamento rateale è previsto un interesse del 2% annuo. L’adesione alla rottamazione va comunicata entro il 30 aprile 2019 e vale anche per chi ha già optato per la rottamazione (e non è al momento in regola con le rate) e per la rottamazione bis. In questo caso i contribuenti dovranno versare le rate previste per quest’anno entro il 7 dicembre 2018 e potranno poi diluire quelle da pagare nel 2019 con un interesse ridotto dello 0,3%. La rottamazione è prevista anche per le multe: non c’è lo stralcio ma la cancellazione delle sanzioni.STRALCIO SULLE MINI CARTELLE – Per le cartelle di importo inferiore ai 1.000 euro, emesse tra il 2000 e il 2010 è previsto l’annullamento automatico. In Parlamento sono attese modifiche e potrebbe arrivare una misura ad hoc per chi ha avuto difficoltà economiche con un saldo e stralcio delle cartelle non pagate. Le aliquote potrebbero essere tre: al 6%, 10% e 25%.SCATTA SUBITO SANATORIA VERBALI E ACCERTAMENTI- In caso si riceva, entro l’entrata in vigore del dl, un verbale di contestazione ci si potrà mettere in regola da subito ripresentando la dichiarazione entro il 31 maggio 2019 e versando le imposte, senza sanzioni e interessi, in un’unica rata o in venti rate trimestrali, cioè in 5 anni. A patto che non siano stati impugnati, scompaiono le sanzioni e gli interessi anche in caso di avviso di accertamento, di rettifica, di liquidazione o per gli atti di recupero notificati entro l’entrata in vigore del decreto legge. C’è tempo 30 giorni dalla pubblicazione del decreto.
FINANZIAMENTI PER AUTOTRASPORTO E PER GENOVA
–  stanziati 26,4 milioni nel 2018 Per le agevolazioni alle imprese artigiane dell’autotrasporto. Per il porto di Genova pronti  15 milioni di euro. Le missioni internazionali di pace sono rifinanziate per 130 milioni mentre a Ferrovie vanno 640 milioni. Lo stanziamento maggiore, pari a 735 milioni nel 2018, è per il Fondo di garanzia per le Pmi.Scontrini digitali e lotteria antievasione dal 2020 -Diventa obbligatoria la trasmissione e la memorizzazione telematica degli scontrini a partire dal primo gennaio 2020. Sempre al primo gennaio 2020 è rinviata la lotteria antievasione altrimenti al via nel 2019. Vengono ridotte, inoltre, le sanzioni per i ritardi sulla fatturazione elettronica.CIGS, niente paletti  – Il testo abolisce la soglia minima di 100 lavoratori come requisito per usufruire della cig straordinaria. Rispetto alle prime versioni del dl scompare però la proroga della mobilità in deroga (anche per i lavoratori di Termini Imerese).Il voto finale del Senato sul decreto fiscale “è previsto entro il 22 novembre”. Lo rende noto Palazzo Madama attraverso la pubblicazione di una nota sul proprio sito. Nel comunicato, si precisa che il termine per la presentazione degli emendamenti per l’Aula è fissato alle 13 del 15 novembre. Il decreto, annunciato nella seduta del 23 ottobre, è stato assegnato alla commissione Finanze che inizierà l’esame del provvedimento la prossima settimana.Ruocco e Lannutti chiedono modifiche “per rispettare i valori del M5s” -Il decreto fiscale, insomma, fa discutere, non solo come prevedibile, tra le fila dell’opposizione, ma critiche si muovono anche all’interno dello stesso Movimento5Stelle. “Il decreto fiscale dovrà essere modificato rispettando i principi ispiratori del M5S”.Lo affermano su Twitter la presidente della sesta Commissione Finanze della Camera e deputata del M5S, Carla Ruocco, e il senatore del M5S, Elio Lannutti, che spiegano che “molte delle disposizioni del provvedimento all’esame del Senato sono contrarie ai nostri valori”. Secondo i pentastellati, “il M5S da sempre si batte per un fisco equo, semplice, non vessatorio con gli onesti ed i piccoli contribuenti in difficoltà e, d’altro canto, duro ed intransigente nel contrasto alle pratiche evasive ed elusive soprattutto dei soggetti che reiterano condotte dannose per la società frodando l’erario. La ‘pace fiscale’ va modificata in base a questi principi che da sempre sono l’anima del nostro elettorato”.