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Conti correnti, attenzione a chi ha presentato l’Isee

Se avete presentato l’Isee, l’Indicatore di Situazione Economica Equivalente, per accedere a una prestazione sociale, e quindi avete autodichiarato il vostro patrimonio, l’Inps potrà anche andare a controllare il saldo e le giacenze dei vostri conti correnti.

L’Isee è un indicatore che serve a valutare e confrontare la situazione economica delle famiglie, consentendo ai cittadini di accedere a condizioni agevolate alle prestazioni sociali o ai servizi di pubblica utilità. L’Isee è necessario ad esempio per richiedere il pagamento a tariffe agevolate delle bollette di luce e gas, il reddito di cittadinanza, l’accesso gratuito alle mense scolastiche, lo sconto per l’abbonamento ai mezzi pubblici, il bonus bebè, il pagamento delle rette universitarie e altro.

La novità sull’Isee dal 1 gennaio 2020

novità partita l’1 gennaio 2020 è importantissima, anche se passata un po’ in sordina. Si legge infatti in una comunicazione ufficiale sul sito dell’Inps che “a decorrere dal primo gennaio 2020, il controllo del patrimonio mobiliare sia per la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) non precompilata che per quella precompilata (in caso di modifiche dei dati del patrimonio mobiliare precompilati) riguarderà le informazioni relative al saldo e alla giacenza dei rapporti posseduti”.

Sui dati autodichiarati relativi al patrimonio mobiliare viene effettuato un controllo automatico, sulla base dei dati contenuti nell’Archivio dei rapporti gestito dall’Agenzia delle entrate, volto a riscontrare se vi sia corrispondenza tra quanto indicato nella DSU e quanto risulta nell’Archivio stesso.

Come funzionava prima

Questo avveniva già prima, ma il controllo finora riguardava solo la numerosità dei rapporti finanziari e non anche i saldi e le giacenze.

In pratica, il sistema Inps, in collegamento con l’Anagrafe Tributaria, si limitava a verificare l’esistenza dei rapporti finanziari indicati dal cittadino, a partire dai conti correnti e degli altri tipi di deposito, come quello postale.

Come funziona ora

Dal 1 gennaio 2020, invece, il controllo riguarda appunto anche i saldi, cioè la consistenza, l’effettiva disponibilità finanziaria che avete su conti correnti, libretti e depositi. Dunque, dovete fare molta attenzione a ciò che avete dichiarato.

Se dalla verifica su saldi e giacenze emergerà un valore del patrimonio complessivo del nucleo familiare non coerente con quello che avete dichiarato, questa anomalia verrà riportata tra le annotazioni dell’Isee. La legge prevede comunque una franchigia per il patrimonio, variabile dai 6 mila euro in su in base alla composizione del nucleo.

Cosa potete fare

Nell’annotazione Isee verrà segnalato o il superamento della franchigia oppure il fatto che l’importo effettivo risulta superiore a quello dichiarato per un importo pari o superiore a 5 mila euro.

A questo punto potrete percorrere tre strade: inoltrare lo stesso l’Isee fornendo però la documentazione che dimostri la correttezza dei dati che avevate inserito; presentare una nuova Dsu rettificata; oppure, nel caso l’errore sia dovuto a un Caf, chiedere a quest’ultimo la rettifica.