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Contributi versati non riconosciuti dall’Inps? Ecco come difendersi

Contributi versati non riconosciuti dall’Inps? Ecco come difendersi



Fonte: it.123rf.com

Come tutelare i propri diritti con l'Inps

Uno dei compiti più importanti dell’Inps – acronimo di Istituto Nazionale Previdenza Sociale – è quello di provvedere a gestire ed amministrare i contributi, che vengono regolarmente versati dai lavoratori autonomi e da quelli dipendenti. L’assolvimento di questi compiti, da parte dell’Inps, ha un obiettivo ben preciso: provvedere a garantire ai lavoratori e alle loro famiglie una copertura previdenziale nel momento in cui vi è una malattia, un infortunio sul lavoro o dovessero andare incontro alla disoccupazione. Oltre a permettere di andare in pensione, quando vengono raggiunti i requisiti previsti dalla legge.

A volte, però, può capitare che l’Inps non riconosca i contributi che sono stati versati. Questo, purtroppo, genera alcuni disagi e preoccupazione per i lavoratori coinvolti. Come si devono muovere i diretti interessati, per tutelare i propri diritti? Come si devono muovere per riuscire a farsi riconoscere i contributi da parte dell’Inps? Scopriamolo insieme.

Indice

Inps, perché non riconosce i contributi

Quali sono i motivi per i quali l’Inps non riconosce i contributi versati? Perché, in estrema sintesi, un lavoratore potrebbe ritrovarsi in questa spiacevole situazione? Sono diverse le motivazioni per le quali un contribuente può ritrovarsi in questa condizione. Le più frequenti sono le seguenti:

  • omissioni od errori vari effettuati nel corso dell’invio della documentazione. Il datore di lavoro o il datore di lavoro potrebbero non aver inviato tempestivamente o in maniera corretta la documentazione prevista per l’iscrizione dall’Inps o per il successivo versamento dei contributi previdenziali;
  • eventuali errori nella compilazione della documentazione. All’interno dei moduli compilati ed inviati all’ente potrebbero esserci degli errori o delle inesattezze relative ai versamenti che sono stati effettuati;
  • eventuali controlli o verifiche effettuate da parte dell’Inps. L’ente potrebbe aver avviato dei veri e propri controlli per accertare la regolarità dei contributi versati: questo potrebbe aver portato alla luce alcuni problemi relativi ai versamenti;
  • eventuali differenze tra i dati in possesso del lavoratore e quelli in mano al datore di lavoro, che potrebbero essere, ad esempio, determinati da errori di trascrizione o calcolo.
  • Come si devono muovere i lavoratori

    Nel momento in cui ci si accorge che l’Inps non ha riconosciuto dei contributi è necessario muoversi velocemente, in modo da risolvere la situazione e tutelare i propri diritti. Ma vediamo cosa è necessario fare.

    Il primo passo da compiere è quello di verificare la regolarità dei contributi. Questa operazione può essere fatta consultando direttamente il sito dell’Inps e appurando quanti contributi sono stati versati sul proprio conto. Il lavoratore ha anche la possibilità di richiedere un estratto conto contributivo direttamente all’Inps: al suo interno vengono riportati tutti i contributi, che sono stati versati, e vengono segnalate le eventuali anomalie.

    Per visionare all’interno del sito dell’Inps la propria posizione contributiva è necessario accedere alla propria area personale e cercare “estratto conto contributivo“. Grazie a questo servizio è possibile visionare i contributi versati ed esportare l’elenco in formato pdf.

    Nel momento in cui si dovessero riscontrare delle anomalie relativamente ai contributi, che sono stati versati, è possibile chiedere all’Inps le motivazioni per il loro mancato riconoscimento.

    Aspetti negativi del mancato versamento

    Quali sono le conseguenze di un mancato riconoscimento dei contributi versati. Il primo problema, contro il quale i lavoratori vanno incontro, è la non possibilità di accedere ai benefici previsti, tra i quali ci sono l’assistenza sanitaria o la pensione.

    L’azienda che sta attraversando un periodo di disagio finanziario, potrebbe aver utilizzato le somme non versate all’ente per far fronte ad altre spese. Nel caso in cui si dovesse verificare questa situazione, il lavoratore potrebbe riscontrare una maggiore difficoltà nel recuperare le somme di denaro che gli spettano. Nel caso in cui si sospetti che i contributi non siano stati versati, è opportuno accedere immediatamente nel proprio profilo Inps ed appurare come stiano realmente le cose.

    Il datore di lavoro, che non versato quanto previsto dalla legge, rischia di ricevere delle multe e delle sanzioni particolarmente salate.

    Come si deve muove il lavoratore

    È importante che il lavoratore si muova celermente per tutelare i propri diritti previdenziali ed ottenere il risarcimento che gli spetta. L’Inps, infatti, ha la possibilità di chiedere al datore di lavoro i contributi mancanti entro cinque anni a partire dalla data di scadenza dei contributi stessi.

    Cosa significa, in estrema sintesi, tutto questo? Scopriamolo con un semplice esempio. Nel caso in cui un datore di lavoro non versi i contributi nel 2023, l’Inps può richiedere il versamento entro il quinto anno successivo, quindi ha tempo per farlo entro il 2028. Se l’Inps non dovesse richiedere il pagamento dei contributi entro cinque anni, si estinguono tutti i diritti previsti dalla legge. Nel momento in cui il lavoratore decide di sporgere una denuncia direttamente all’Inps, i termini di prescrizione si estendono a 10 anni, dando all’ente più tempo per farsi parte attiva nei confronti dell’azienda.

    Ecco perché è importante controllare regolarmente la propria posizione contributi: questo permette ai diretti interessati di agire con tempestività quando si creano delle situazioni spiacevoli.

    Contributi Inps, cosa succede se l’azienda è in fallimento

    Cosa succede quando il lavoratore si accorge di un’omissione contributiva a seguito del fallimento dell’azienda per la quale lavorava. In questo caso il lavoratore ha diritto a richiedere il rimborso del credito spettante, andando ad insinuarsi al passivo. In questo caso dovrà dimostrare il mancato versamento dei contributi previdenziali da parte del datore di lavoro. Per farlo dovrà avanzare la propria richiesta direttamente al curatore fallimentare.

    Spetterà proprio al curatore fallimentare tentare di recuperare la liquidità necessaria per provvedere al pagamento dei creditori. Purtroppo, può anche capitare che questo non sia sufficiente: è il caso delle aziende che non hanno più liquidità per onorare tutti gli impegni finanziari. L’Inps, per tutelare questi lavoratori, ha istituito una particolare garanzia, riservata ai dipendenti: il Fondo di Garanzia Inps. Questo fondo interviene quando il datore di lavoro è insolvente e non ha provveduto a versare in tutto o in parte i contributi previdenziali. I diretti interessati hanno la possibilità di accedere al fondo solo e soltanto nel caso in cui sussistono determinati requisiti: tra questi ci deve essere l’insolvenza accertata dell’azienda.

    Il riscatto dei contributi

    Anche se risulta essere una decisione particolarmente onerosa per il richiedente, il lavoratore ha la possibilità di fare richiesta di riscatto dei contributi. Questa richiesta può essere presentata in qualsiasi momento, anche quando si è già in pensione: l’istanza può essere inoltrata dallo stesso lavoratore o dai superstiti. Può essere richiesto anche dal datore di lavoro, che ha intenzione di sanare il danno causato al dipendente.

    È opportuno presentare apposita documentazione che vada a testimoniare che sia intercorso l’effettivo rapporto di lavoro e che sussista la mancanza del versamento dei contributi.