La crisi di Governo ha gettato ulteriori timori sulla prossima Legge di bilancio, che dovrà essere presentata entro fine anno e la cui sessione dovrà tenersi in autunno.
Alla manovra economica, come i ben informati sapranno, si lega l’aumento o meno dell’Iva.
Al momento, sulle finanze italiane pendono le clausole di salvaguardia sull’imposta sul valore aggiunto. Se non dovessero essere trovate le coperture necessarie – stimate attorno a 23 miliardi di euro -, scatterebbe quindi l’aumento dell’Iva e, di conseguenza, per i cittadini ci sarebbero sensibili rincari di prezzi su molti prodotti, anche di uso quotidiano.
Ad esempio, andare in pizzeria o andare a tagliarsi i capelli costerebbe di più e le bollette lieviterebbero. Il Codacons ha stimato che se non si riuscisse a bloccare l’aumento della tassa, ciascuna famiglia spenderebbe circa 1.200 euro in più nel solo biennio 2020-2021.
L’associazione ha fatto un’indagine dettagliata sui rincari, riportando le cifre aggiornate di alcuni prodotti di uso comune e/o quotidiano in caso di aumento Iva.
Beni con Iva al 22% e con Iva al 26,5% (la prima cifra è riferita al prezzo medio attuale, la seconda al prezzo medio in caso di aumento Iva)
Beni con Iva al 10% e con Iva al 13% (la prima cifra è riferita al prezzo medio attuale, la seconda al prezzo medio in caso di aumento Iva)
Il Codacons ha inoltre ricordato che se le clausole dell’aumento Iva dovessero essere sbloccate, crescerebbe anche il costo delle accise sui carburanti, stimando un gettito fiscale annuo di circa 400 milioni. Naturalmente a risentirne sarebbero le tasche dei cittadini, che vedrebbero saliere anche i prezzi dei beni trasportati su gomma.