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Detrazioni spese sanitarie, addio già dal 2020: il piano del Governo

La riforma fiscale allo studio del governo continua ad attirare le attenzioni di stampa, analisti di settore e contribuenti. Ma non sempre le notizie e indiscrezioni che arrivano da ambienti governativi sembrano essere positive.

Se, da un lato, i nuclei familiari con redditi più bassi potrebbero avere vantaggi non indifferenti dalla sostituzione delle aliquote fiscali del 23% e del 27% con un’unica aliquota del 20%; dall’altro arrivano indiscrezioni poco confortanti per quel che riguarda il paniere di detrazioni utilizzate in fase di dichiarazioni dei redditi. Secondo voci che circolano negli ambienti governativi, i tecnici del MEF starebbero studiando la fattibilità di eliminare le detrazioni delle spese sanitarie. E, a differenza della riforma delle aliquote, si tratta di una misura molto più immediata.

Le indiscrezioni, infatti, parlano di una loro cancellazione già a partire dal decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio 2020. Se la misura dovesse passare, nella dichiarazione dei redditi 2021 non potremmo più allegare fatture di visite mediche specialistiche o scontrini delle farmacie per portarli in detrazione. Fino a oggi, questa misura consente di detrarre il 19% delle spese eccedenti l’importo annuo totale di 129,11 euro. Se, ad esempio, nel corso dell’anno si è speso 229,11 euro, è possibile detrarre dal proprio imponibile il 19% di 100 euro, ossia 19 euro. L’intenzione del Governo, dunque, è quella di eliminare questa forma di detrazione, in modo da aumentare il gettito fiscale e trovare nuove risorse per finanziare le misure presenti nella Legge di Bilancio 2020.

L’articolazione della misura, comunque, dovrebbe mettere al riparo proprio le fasce più deboli della popolazione, spesso e volentieri costrette a rinunciare a cure mediche per ragioni economiche. Secondo le prime ipotesi che sono circolate, la detrazione al 19% delle prestazioni medico-sanitarie dovrebbe essere confermata per chi ha un reddito inferiore ai 120 mila euro annue; ridotta per chi guadagna fino a 240 mila euro ed eliminata per chi ha un reddito superiore ai 240 mila euro.

Insomma, se le cose dovessero effettivamente andare in questo modo, la fetta di popolazione impossibilitata a detrarre le spese mediche sarebbe davvero esigua. Secondo i dati ufficiali del MEF, infatti, su un totale di 41 milioni di contribuenti, solo 71 mila guadagnano più di 240 mila euro. Più o meno lo 0,2% del totale, insomma. Comunque, secondo le stime governative, l’eliminazione dovrebbe garantire nuovo gettito fiscale.