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Fai trading online? Come inserire nella dichiarazione dei redditi guadagni e perdite

Come devono essere gestiti i guadagni e le perdite, che arrivano direttamente dal trading online? Anche questi redditi – o le eventuali perdite – devono essere inseriti all’interno della dichiarazione dei redditi, nel momento in cui si prepara tutta la documentazione necessaria?

Nel corso degli ultimi anni sono cresciuti a dismisura le piattaforme online – molte volte anche straniere -, che permettono di effettuare degli investimenti finanziari di varia natura. Il trading online è un’attività, che si è sviluppata ad un ritmo particolarmente elevato. Sono molti i contribuenti che hanno iniziato ad effettuare degli investimenti finanziaria in completa autonomia, senza la necessità di appoggiarsi su degli intermediari. Stiamo parlando di un’attività che è caratterizzata dall’utilizzo di Internet come canale di contatto tra il cliente finale e l’operatore, che provvede ad eseguire i servizi di negoziazione conto terzi, ricevendo e trasmettendo gli ordini di investimento dei clienti privati.

Ma cerchiamo di scoprire come si debbano comportare i contribuenti, per essere in regola quando preparano la dichiarazione dei redditi e devono gestire i proventi del trading online.

Indice

Conto trading: deve essere dichiarato?

I contribuenti, che effettuano trading online, devono ricordare una delle regole basilari, per essere perfettamente allineati con il fisco italiano. Nel caso in cui dovessero detenere un conto trading, gestito da un intermediario non residente in regime dichiarativo, sono sempre tenuti ad espletare una serie di obblighi fiscali in Italia. Questo significa, in estrema sintesi, che anche qualora non siano state effettuate delle operazioni – con la relativa realizzazione di plusvalenze o minusvalenze – gli obblighi dichiarativi continuano a permanere.

Uno degli errori più comuni, che può essere commesso in questo caso, è credere che, per il semplice fatto che nel corso dell’anno non sono state effettuate delle operazioni, non ci siano degli obblighi fiscali. Ma non solo: è un errore pensare che investimenti di importi minimi possano permettere di ottenere l’esonero dagli obblighi dichiarativi. Purtroppo, online, continuano a diffondersi notizie non veritiere e che possono portare a ricevere delle pesanti contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Nel momento in cui si detiene un conto di trading estero, o comunque vada con un intermediario finanziario non residente, il contribuente, che è residente in Italia, è sempre tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi. Più specificatamente è tenuto a presentare il Modello Redditi Persone Fisiche per:

  • adempiere agli obblighi del monitoraggio fiscale delle eventuali attività, che sono detenute all’estero. Questo adempimento deve essere espletato con la compilazione del quadro RW, che dovrà essere compilato per l’eventuale assolvimento e versamento dell’IVAFE, ossia l’Imposta Patrimoniale sulle Attività Finanziarie Estere;
  • dichiarare, nel caso in cui siano stati realizzati, dei proventi derivanti dagli investimenti effettuati attraverso un intermediario non residente in regime dichiarativo. Per assolvere a questo obbligo sarà necessario andare a compilare – a seconda dei casi – il quadro RT, il quadro RM o il quadro RL.
  • Una voce importante: le minusvalenze

    Fin qui è tutto chiaro. Nel momento in cui si è titolari di un conto per fare trading online è necessario andarlo a dichiarare nel Modello Redditi Persone Fisiche. Nel caso in cui siano state realizzate esclusivamente delle minusvalenze, gli obblighi dichiarativi continuano a rimanere. Questo è un passaggio molto importante, da non trascurare: nel caso in cui all’interno della dichiarazione dei redditi vengono indicate le minusvalenze, permette di recuperarle dalle tasse.

    Il trading online funziona, in estrema sintesi, come ogni altro investimento finanziario detenuto all’estero. In questa categoria vi rientrano:

  • il conto titolo;
  • l’investimento azionario;
  • l’investimento obbligazionario;
  • il Forex;
  • le opzioni binarie;
  • gli investimenti in ETF;
  • le valute virtuali.
  • Trading on line: cosa succede se non dichiaro il conto

    Cosa succede se il contribuente non dovesse dichiarare il conto trading? Al giorno d’oggi, l’Agenzia delle Entrate è in grado di ricevere le informazioni sui conti di trading esteri dei contribuenti, grazie agli accordi internazionali, che permettono lo scambio di informazioni.

    Ogni singolo anno, le autorità fiscali estere di oltre duecento paesi si scambiano regolarmente i dati degli investimenti finanziari dei contribuenti residenti in altri Stati. Grazie allo scambio di queste informazioni, le autorità hanno la possibilità di effettuare dei controlli incrociati con i dati, che vengono dichiarati dai vari contribuenti. Nel caso in cui l’agenzia delle Entrate dovesse riscontrare delle anomalie, potrebbe:

  • inviare una lettera di compliance, con la quale invita il contribuente a regolarizzare spontaneamente la propria posizione;
  • inviare un avviso di accertamento, che costituisce una vera e propria contestazione, con le relative sanzioni per l’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, che comprendono anche le sanzioni per omesso monitoraggio fiscale.
  • Attività di trading: quali redditi genera

    Quali tipi di reddito generano le attività di trading online effettuate con intermediari non residenti? Questo tipo di operazioni vengono effettuate sfruttando il cosiddetto regime dichiarativo, che prevede che tutti i proventi realizzati dalle operazioni finanziarie debbano essere dichiarate dall’investitore.

    Come abbiamo anticipato in precedenza, l’investitore è tenuto alla presentazione dela dichiarazione dei redditi ogni anno. Questo obbligo coinvolge direttamente sia gli adempimenti strettamente connessi con il monitoraggio fiscale, che la dichiarazione dei proventi derivanti dal trading. Le tipologie reddituali possono essere due:

  • redditi di capitale: si tratta di proventi prodotti a fronte di un impiego di capitale e si caratterizzano per la concessione di capitale a terzi in cambio di un provento, sotto forma di interesse o di dividendo. Tali proventi si dichiarano nel quadro RM del modello Redditi;
  • redditi diversi di natura finanziaria: si tratta sempre di proventi che derivano dall’impiego di capitale ma si manifestano sotto forma di plusvalenza derivante dalla differenza tra valore di cessione e valore di acquisto del titolo negoziato. Tali proventi si dichiarano nel quadro RT del modello Redditi.
  • Rendite finanziarie: come vengono tassate

    A disciplinare la tassazione dele rendite finanziare, in Italia, è l’articolo 67, comma 1 del TUIR, che prevede due differenti aliquote di imposta sostitutiva.

  • 12,5%: proventi derivati dai Titoli di Stato;
  • 26%: proventi derivanti da ogni altra tipologia di investimento.
  • L’investitore italiano, che effettua trading online; per poter adempiere nel modo corretto deve presentare il Modello Redditi PF compilando:

  • QUADRO RW – Obblighi legati al monitoraggio fiscale di attività finanziarie detenute all’estero, e determinazione e versamento dell’IVAFE 1. Il possesso di attività finanziarie estere determina l’obbligo di assoggettamento all’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero (Circolare n. 28/E/2002);
  • QUADRI RT, RM o RL – Obblighi legati alla determinazione ed alla tassazione delle plusvalenze finanziarie realizzate.
  • Le minusvalenze realizzate in un periodo di imposta possono essere compensate con le plusvalenze nei 4 periodi di imposta successivi. In caso di adozione del regime dichiarativo, le imposte dovute devono essere calcolate in fase di Dichiarazione dei Redditi e pagate successivamente tramite modello F24.

    Fai trading online? Come inserire nella dichiarazione dei redditi guadagni e perdite


    Fonte: iStock

    Dichiarazione dei redditi