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Fattura elettronica: niente proroga, governo la conferma dal 1° gennaio

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21 novembre 2018 – fatturazione elettronica obbligatoria fra privatiLe criticità evidenziate dal garante per la privacyGiovanni Tria

La dichiarazione di Tria esprime la volontà del Governo di non tornare indietro rispetto alle attuali normative. Anche perché ci sarebbe un problema di coperture, visto che dall’introduzione dell’obbligo di fattura elettronica si attendono maggiori entrate intorno ai 2 miliardi di euro.

I rilievi del garante
Il Garante della Privacy nelle ultime ore aveva espresso forti criticità in merito alla misura problemi che non possono essere ignorati, come si legge nel provvedimento inviato all’Agenzia delle Entrate. I rilevi riguardano la trasmissione e memorizzazione di una ingente mole di dati non direttamente rilevanti ai fini fiscali, con conseguenze per la tutela della riservatezza, in particolare in merito alle strategie aziendali.
Il nuovo obbligo di fatturazione elettronica – esteso a partire dal 1 gennaio 2019 anche ai rapporti tra fornitori e tra fornitori e consumatori – presenta, secondo il Garante, un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati, comportando un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito.

Alberto Bagnai, presidente della commissione Finanze del Senato in ala leghista, ha sottolineato che l’intervento del garante della privacy sul tema della fatturazione elettronica solleva problemi che non possono essere ignorati. Anche l’Unione dei giovani dottori commercialisti era espressa al riguardo sottolineando che “nel bilancio dello Stato l’adozione della fatturazione elettronica conterà maggiori entrate stimate in circa 2 miliardi di euro”. Oggi però arriva la conferma da parte del governo sull’entrata in vigore della misura. Questo perché eliminare o rinviare la misura costerebbe troppo per le casse dello Stato e il recupero di evasione previsto è di circa 1,9 miliardi di euro in un anno.

In ogni caso, la prudenza resta d’obbligo, viste le criticità a carico dell’operato dell’Agenzia delle Entrate, in particolare la mancata consultazione del Garante e i rischi legati al trattamento dei dati. Si attende la replica del Fisco, che dovrebbe arrivare in breve tempo, in considerazione dei tempi stretti (l’obbligo entra in vigore il primo gennaio).

Non si esclude però che qualche modifica in vista possa esserci, come l’esclusione dall’obbligo di alcune categorie professionali. Alcune deroghe all’obbligo potrebbero infatti essere inserite nel decreto fiscale, in sede di conversione in legge. Ad esempio, per medici e farmacisti, che già oggi utilizzano il codice fiscale per tracciare l’operazione effettuata.