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Fatture elettroniche, si discute ancora sul rischio privacy: nuovo allarme del Garante

La fatture elettroniche finiscono, di nuovo, nel mirino del Garante della privacy per la scarsa sicurezza nella protezione dei dati. I motivi dell’allarme.

Antonello Soro, presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, è tornato a sottolineare i pericoli dell’eccesso di dati e di attacchi informatici riguardo ai controlli fiscali automatizzati, come quelli relativi alla fattura elettronica.

Già più volte in passato, il Garante aveva messo in guardia sui pericoli del sistema di fatturazione elettronica che metterebbe a rischio la tutela della riservatezza dei dati, anche sensibili, dei contribuenti. Tra le criticità erano state segnalate le “falle” del processo di emissione e conservazione delle fatture elettroniche attraverso il Sistema di Interscambio (SdI).

Ora, con una memoria depositata in Commissione Finanze alla Camera sul Decreto fiscale, il Garante mette in evidenza quello che ritiene un eccesso di dati, anche non fiscalmente rilevanti, che con le fatture elettroniche vengono messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrante e della Guardia di Finanza.

Nella memoria, il Garante scrive che con il sistema di acquisizione e controllo elettronico dei dati fiscali si “estende tanto l’oggetto della memorizzazione quanto l’ambito di utilizzazione dei dati di fatturazione senza peraltro escluderne alcune categorie quali i dati non fiscalmente rilevanti o quelli inerenti la descrizione delle prestazioni fornite, sulla proporzionalità della cui archiviazione il garante aveva espresso perplessità”.

L’obbligo di memorizzazione, e potenzialmente anche di utilizzazione, dei dati personali, secondo il Garante è “sproporzionato, per quantità e qualità di informazioni, rispetto alle reali esigenze perseguite“. La norma che lo prevede sarebbe dunque “illegittima per contrasto con il principio di proporzionalità del trattamento dei dati”.

A disposizione del Fisco, infatti, finiscono molte informazioni che non hanno rilevanza fiscale, come quelle dalle quali può risultare lo stato di salute dell’interessato – basti pensare alle fatture per prestazioni sanitarie. Da questi documenti, poi, si possono ricostruire i rapporti tra cedente e cessionario riguardo alle abitudini di consumo e agli sconti applicati. Possono emergere perfino i procedimenti penali a carico di un individuo.

Si comprendono, dunque, le preoccupazioni del Garante della privacy che nella memoria chiede al Parlamento di valutare, in sede di conversione del Decreto fiscale, l’effettiva necessità dell’archiviazione integrale dei dati delle fatture elettroniche per la durata prevista e per le indagini fiscali. Inoltre, il Garante chiede di valutare la possibilità di oscuramento dei dati non fiscalmente rilevanti presenti in fattura.

Infine, l’Autorità sottolinea il rischio di attacchi informatici e la necessità che le misure per proteggersi da questi pericoli siano introdotte con legge e non con provvedimenti di natura amministrativa.