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Fintech lending, oltre 2 miliardi di nuovi finanziamenti ma bisogna facilitare l’ecosistema

Dal 2019 erogati 12 miliardi a oltre 30mila imprese. Ma Italia Fintech “serve un sistema di garanzie più adeguato che vada ad alimentare e sostenere l’erogazione del credito alle migliaia di micro e piccole aziende nostrane, che necessitano di liquidità per crescere”. Ad agosto registrato un decremento del 28% da parte delle banche mentre il fintech ha limitato al 14% la contrazione dei volumi

Fintech lending si conferma anche per il primo semestre 2023, con 2 miliardi  di euro di nuovi finanziamenti (cui si sommano i 4,5 miliardi erogati nel 2022 a oltre 11.000 imprese), una valida alternativa per l’accesso al credito da parte di micro e piccole imprese. Dal 2019, grazie al fintech, sono stati erogati 12 miliardi di euro ad oltre 30.000 imprese.

Eppure serve fare di più: secondo Italia Fintech, è necessario attuare infatti “un sistema di garanzie più adeguato che vada ad alimentare e sostenere l’erogazione del credito alle migliaia di micro e piccole imprese nostrane, che necessitano di liquidità per crescere”. In pratica, per rendere il fintech un vero supporto allo sviluppo delle pmi ora serve facilitare l’ecosistema.

Compensato con il fintech il calo dei prestiti

Il settore del fintech ha dimostrato di saper contribuire a compensare in gran parte il calo dei prestiti alle imprese da parte del sistema bancario che, dal 2011, continua a registrare un decremento, a parte una leggera ripresa nel 20/21 grazie ad iniziative di sostegno pubblico. Ad agosto 2023 l’erogato da parte del sistema bancario assistito da garanzie pubbliche ha registrato un decremento del 28% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Più incoraggiante il dato sul settore fintech che invece ha limitato al 14% la contrazione dei volumi di finanziamenti erogati nei primi sei mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“Necessario un sistema di garanzie più adeguato”

“In questo contesto – dichiara Sergio Zocchi, presidente di Italia Fintech -, è fondamentale riconsiderare un sistema di garanzie più adeguato che vada ad alimentare e sostenere l’erogazione del credito alle migliaia di micro e piccole imprese nostrane, che necessitano di liquidità per crescere. Un comparto che ha limitato accesso ai crediti bancari ma che grazie alle società fintech, caratterizzate dalla semplicità dei processi, dalla velocità di erogazione e da sistemi innovativi di valutazione e scoring per il controllo del rischio, può continuare a ricevere un sostegno concreto. Per questo, anche un meccanismo virtuoso di garanzie permetterebbe alla nostra industry di continuare a contribuire a sostenere il tessuto produttivo italiano”.

Fintech come opportunità per le imprese: “No alle penalizzazioni fiscali”

I canali fintech rappresentano sempre di più per il sistema una opportunità. Da una parte rispondono alle esigenze di un mercato che generalmente è fuori dal campo di azione delle banche, dall’altra permette a queste ultime di concentrarsi sul loro core business. L’azione complementare delle due realtà contribuisce ad avere un sistema di erogazione del credito diversificato e più solido.

“Per questo motivo, riteniamo che sia fondamentale aprire un dialogo ed esaminare una soluzione relativa al decreto sugli extraprofitti – dichiara Sergio Zocchi – che non solo eviti di penalizzare le istituzioni bancarie tradizionali, ma che consideri anche le banche fintech, le quali hanno dimostrato di rivestire un ruolo cruciale nel sostegno dell’economia reale. Nella sua attuale formulazione, infatti, il decreto ha l’effetto di penalizzare gli operatori che più si sono impegnati a garantire maggiori flussi di credito all’economia reale. La tassazione viene applicata sulla crescita dei ricavi senza distinguere se quest’ultima deriva da una forbice più ampia tra tassi attivi e passivi o è invece il risultato di una maggior erogazione di prestiti al tessuto imprenditoriale italiano, caratteristica delle banche fintech, disincentivando di fatto la crescita dei finanziamenti alle micro e piccole imprese”.

(Fronte: CorCom)

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