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Fisco, pronte 50 milioni di cartelle esattoriali. In arrivo nuova rottamazione

Sono oltre 50 milioni le cartelle esattoriali che sono pronte a partire nei prossimi mesi. Di queste, 35 milioni sono atti di riscossione (cartelle, ipoteche, fermi amministrativi) sospesi nel 2020 ai quali si aggiungono quelli di inizio 2021. Ben 15 milioni sono gli accertamenti e le lettere di compliance per invitare i contribuenti a rettificare le proprie dichiarazioni.

Cartelle esattoriali, invio scaglionato per evitare problemi di ordine pubblico

Si tratta, complessivamente di 50 milioni di atti. Circa la metà costituiti da quelli che si sono accumulati nell’anno che si è appena chiuso mentre l’altra metà è quella che si produrrà nel corso di quest’anno. Significa che in ogni mese del 2021 l’Agenzia delle Entrate dovrebbe dare il via a oltre 4 milioni di azioni esecutive e altri interventi di recupero.

Il governo teme l’effetto che questa decisione potrà avere sull’ordine pubblico e sulla pandemia, con relative code agli uffici postali. Secondo quanto riportato da Repubblica, l’invio delle cartelle dovrebbe essere scaglionato in blocchi da 1 milione di cartelle al mese per evitare appunto problemi di ordine pubblico (legati alle file agli Uffici Postali per il ritiro del mancato recapito) ma anche per evitare di mandare in tilt il sistema, già messo a dura prova dalle variazioni legate all’emergenza sanitaria, e di creare un numero troppo elevato di scontenti che potrebbero divenire un ulteriore elemento di tensione.

Cancellare vecchie cartelle esattoriali fino al 2015

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Ruffini, suggerisce di svuotare il “magazzino” dalle cartelle esattoriali più vecchie e ormai, nella maggior parte dei casi, inesigibili, in modo da concentrare le forze nella lotta all’evasione che ancora si può recuperare e che ammonta a circa 107 miliardi l’anno di minori entrate, comprese quelle contributive.

Si ricollega al problema del magazzino anche la viceministra dell’Economia, Laura Castelli, che creda si debba fare un intervento strutturale che cancelli quanto non è più recuperabile (ad esempio cartelle riferite a persone decedute, ad aziende fallite), in pratica le cartelle prima fino al 2015.

Poi, aggiunge, “ci sono gli anni che vanno da 2016 al 2020, con due generi di questioni: le cartelle che sono già arrivate, su cui bisogna dare la possibilità di fare una nuova rottamazione a quelle persone che hanno aggiunto difficoltà a difficoltà che già avevano, e le cartelle che non sono ancora state emesse. Qui il nostro compito deve essere fare in modo che se ne emettano il meno possibile”, anche per evitare assembramenti per il ritiro. “Quindi è importante – conclude Castelli – fare un’operazione con un saldo e stralcio per ridurre il più possibile queste emissioni”.