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Flat Tax da bonus Renzi e aumento Iva: la Lega accelera

Il Bonus Renzi finisce ancora una volta nel mirino. Sì, perchè già nel recente passato si era parlato a più riprese di una sua riformulazione o addirittura cancellazione. Alla fine era riuscito, per così dire, a portare a casa la pelle ma la Lega accelera sulla riforma del fisco e resta il candidato principale a subire modifiche o a essere messo in discussione quando c’è da fare quadrare i conti per lasciare spazio a nuove misure e interventi considerati prioritari sull’agenda del Governo gialloverde.

Già in fase di approvazione della Legge di Bilancio 2019 era stata ipotizzata una possibile abolizione della misura o la trasformazione in detrazione fiscale: in quell’occasione si era fatta avanti l’ipotesi stando alla quale il bonus Renzi non sarebbe stato più accreditato in busta paga ogni mese (per redditi compresi tra gli 8.174 euro e i 24.600€ totale e parziale per i redditi compresi tra i 24.600€ e i 26.000€), ma riconosciuto sotto forma di agevolazione fiscale e relativo sconto sulle tasse ogni anno.

Intanto la Lega – rafforzata dalle recenti elezioni in Abruzzo che hanno sancito l’ascesa del leader Salvini – torna a battere nella direzione della flat tax. “L’Italia ha bisogno di uno shock fiscale, ha bisogno di abbassare drasticamente le tasse per far ripartire la crescita”, ha detto Armando Siri sottosegretario alle Infrastrutture conosciuto per essere l’ispiratore della flat tax leghista.

La strada verso la riforma del fisco, insomma, è partita e  prossimi passi dovrebbero essere, nel 2020, applicare una riduzione dell’aliquota Irpef nella fascia di reddito più bassa, dal 23 al 20% insieme a una riduzione delle imposte sui redditi delle società (Ires) dal 24 al 20%.

IL “PIANO” DELLA LEGA – Secondo un retroscena reso noto dal quotidiano Il Tempo, la Lega sarebbe già al lavoro su un strategia concreta per realizzare quanto annunciato da Siri. Il “piano” firmato Lega per reperire le risorse per la prossima implementazione della “flat tax” potrebbe passare proprio dall’abolizione del bonus degli 80 euro e aumento dell’Iva dal 22 al 23%.