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Gli accertamenti fiscali dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate può effettuare in qualsiasi momento i controlli sulle nostre spese, in particolare quando ha il dubbio che le nostre entrate siano superiori a quanto dichiarato e ci possa essere il rischio di evasione fiscale.

Si è tornato a parlare di queste tematiche in particolare a seguito dell’introduzione del Decreto Dignità, dopo diversi anni con controlli molto scarsi da parte del Fisco e un’evasione in crescita, ma di che cosa si tratta?
L’Agenzia delle Entrate tramite una serie di dati e di informazione a sua disposizione può analizzare e confrontare i redditi dichiarati dal contribuente con le spese sostenute, tramite il cosiddetto redditometro, per stabilire se questi valori siano allineati oppure se ci sia uno squilibrio. Se si spende più di quanto si ha, o meglio, se il tenore di vita è superiore alle possibilità offerte dal proprio reddito (in particolare è più del 20%) allora si procede con altri controlli perché è molto probabile che il contribuente abbia altre fonti di reddito non dichiarate. Il contribuente in questo caso è chiamato a dimostrare con prove documentali come abbia potuto permettersi di fare quei determinati acquisti.

L’Agenzia seleziona i contribuenti su cui effettuare un controllo in base al tenore di vita manifestato dalla “famiglia fiscale” di appartenenza, sulla base delle informazioni presentate all’Anagrafe tributaria.
Il redditometro non analizza tutte le spese effettuate dal contribuente, i cosiddetti “accertamenti sintetici” effettuati dal Fisco scattano quando emergono spese importanti, come una polizza assicurativa con un premio troppo elevato, un mutuo troppo alto per le proprie possibilità o un’auto lussuosa.
I controlli fiscali, però, scattano anche davanti a un eccessivo deposito sul conto corrente, perché se i soldi non vengono spesi per il mantenimento normale, si può pensare che ci sia un’altra fonte di reddito, quindi anche non spenderli non è una soluzione.

A giustificare gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, secondo il decreto del Ministero delle Finanze, 16 settembre 2015, in particolare acquisti come il muto che fa sempre scattare il redditometro, soprattutto se la rata è troppo alta rispetto alle possibilità di spesa dichiarate, insieme al canone di locazione, di leasing immobiliare, le spese di manutenzione della casa e per l’agenzia immobiliare stessa.
La Cassazione ha ritenuto legittimo l’accertamento basato anche su polizze a vita con premi da pagare alle compagnie eccessivi rispetto alle proprie disponibilità, auto d’epoca o storiche (inclusi anche i pezzi di ricambio) che avrebbero costi di manutenzione molto ingenti, ma anche veicoli di grossa cilindrata, troppi passaggi ai caselli autostradali e molte altre voci.

Gli acquisti tradizionali che attirano subito l’attenzione dell’Agenzia delle entrate rimangono questi, ma nell’elenco figurano anche le spese per i consumi domestici, per biancheria, pentole, detersivi, per i collaboratori domestici, acquisto di smartphone, pay-tv, cavalli e le spese sostenute per i propri animali domestici, per centri benessere, gioielleria, bigiotteria, alberghi, viaggi, cene e pranzi fuoricasa.