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Il 54,2 % degli evasori italiani sono Partite Iva

L’evasione fiscale è un peso sull’Italia provocato principalmente dai professionisti con Partita Iva? Ecco l’analisi dei numeri di uno studio ufficiale in merito.

Uno studio della Fondazione nazionale dei commercialisti ha evidenziato come più della metà dell’evasione fiscale in Italia sia riconducibile alle Partite Iva. Che si tratta di singoli individui, società di capitali o di persone, ben il 54.2% dei perseguibili legalmente rientra in tale categoria.

Una percentuale decisamente alta, di poco sopra la metà. Ciò evidenzia come di certo sia necessario effettuare controlli più serrati ma, al tempo stesso, come i lavoratori indipendenti non siano gli unici a dover essere maggiormente posti sotto la lente d’ingrandimento. Guardando al restante 46.8% infatti è evidente come si tratti di generali contribuenti. Di questi, ben l’85% sono pensionati e lavoratori dipendenti.

Lo studio ha posto in analisi i dati contenuti nella Relazione annuale inerente l’evasione fiscale e contributiva, che sottolinea come la somma sottratta allo Stato, complessivamente stimata, sia pari a circa 107.7 miliardi di euro.

La difesa dei professionisti si basa principalmente sulla diffusione dei luoghi comuni sulle professioni indipendenti. Si ritiene infatti che sia molto più difficile per i dipendenti evadere le tasse, mentre chi gestisce la propria contabilità senza lo sguardo attento di un titolare, porta sulle spalle il peso dell’evasione fiscale in Italia.

Per i professionisti invece il fenomeno sarebbe trasversale. Viene di conseguenza ritenuto altamente ingiusto il costante puntare il dito principalmente contro una singola categoria, ovvero quella dei possessori di Partita Iva.

Analizzando nello specifico i 107.7 miliardi sottratti allo Stato attraverso il mancato pagamento dei tributi dovuti, ‘soltanto’ 15 miliardi di euro sarebbero riconducibili al lavoro dipendente. A tale cifra però occorre aggiungere altri 7.4 miliardi di euro. Una somma non di poco conto, che è traversale, caratterizzando svariate categorie lavorative. Con tale gruzzoletto si fa riferimento all’evasione di Imu, locazioni immobiliari e canone Rai, cui tutti i lavorati sono chiamati a rendere conto.

Nello studio si evidenzia invece come siano 49.5 i miliardi di euro direttamente riconducibili ai professionisti, soprattutto per quanto concerne le voci relative a Irap, Ires e Irpef per lavoro autonomo e impresa. L’ultimo scaglione è infine rappresentato da 35.8 miliardi di euro, riconducibili all’evasione Iva. Anche in questo caso però risulta necessario un distinguo, considerando consumi intermedi e finali.