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Il buco dell’Inps: chi paga le pensioni degli italiani

15 ottobre 2018 – previdenza

Per pagare le pensioni, di conseguenza, sarà sempre più necessario l’intervento dello stato e, quindi, delle tasse. Di conseguenza il debito dell’Inps andrà sempre aumentando. Se nel 2011 l’ente disponeva di oltre 40 miliardi di patrimonio, dal 2012 (l’anno di incorporazione dell’Inpdap) l’Inps è sotto di oltre 8 miliardi di euro. La gestione finanziaria nel 2018 si fermerebbe, invece, ad un negativo di 5,4 milioni.

Viene rilevato in particolare “come sia in peggioramento la gestione finanziaria di competenza, con un avanzo di 351 milioni (erano 1,434 miliardi nel 2015), determinato dalla somma algebrica del risultato di parte corrente negativo per 457 milioni (- 3,432 miliardi nel 2015) e di quello di parte capitale positivo per 808 milioni (4,865 miliardi nel 2015)”.

L’ex Inpdap, in particolare, ha portato un debito di oltre 20 milioni nei conti dell’Inps, il quale continuare ad accumulare passivi. Mentre i trasferimenti statali a fine 2017 risultavano di circa il 15% in più rispetto al 2012. Un aumento molto alto che consente all’Inps di rimanere in piedi grazie ai finanziamenti dello Stato. Tuttavia, questa iniezione di fondi statali non migliora. Oltre alla previsione dell’aumento della differenza tra entrate ed uscite, è necessario tener conto anche dell’invecchiamento della popolazione.

Sono, infatti, in crescita le persone che giungono all’età pensionabile e l’età media di vita è andata aumentando. Di conseguenza l’aumento del numero di pensioni di anzianità e di vecchiaia, visto il grave sbilancio, non sarà sufficiente a mantenere i conti equilibrati.

Secondo i magistrati contabili “la situazione patrimoniale dell’Inps, tornerà ad attestarsi su un saldo, tra poste dell’attivo e del passivo, in deciso miglioramento per effetto della disposizione contenuta nella legge di Bilancio per il 2018 che, attraverso una ‘sistemazione’ dei rapporti finanziari dell’Istituto con lo Stato, riconosce la natura di trasferimento a titolo definitivo dei debiti per anticipazioni alla gestione previdenziale per un importo di circa 59,455 miliardi e la compensazione di crediti e debiti per circa 29,423 miliardi“.