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La fuoriuscita dal regime forfettario: le nuove regole del 2023

La fuoriuscita dal regime forfettario: le nuove regole del 2023



Fonte: it.123rf.com

La fuoriuscita dal regime forfettario.

Quali sono i requisiti che permettono di rimanere nel regime forfettario nel corso del 2023? Ma soprattutto quando si corre il rischio di slittare nel regime ordinario? Sicuramente uno dei temi più importanti del nuovo anno è quello di comprendere quali siano i requisiti che permettano di rimanere nel regime forfettario e quando perde il diritto di usufruire di questa importante agevolazione.

Attraverso la Legge di Bilancio 2023, sono state introdotte alcune novità che coinvolgono i regimi fiscali agevolati. Quali sono state le novità più importante introdotte da quest’anno? E soprattutto, di cosa si devono preoccupare realmente i contribuenti? Scopriamolo insieme.

Regime forfettario, le novità del 2023

La Manovra 2023 ha introdotto sue importanti novità, che riguardano direttamente il regime forfettario:

  • sono aumentati i limiti dei ricavi previsti per poter rimanere all’interno di questo particolare regime: si è passati da 65.000 euro ad 85.000 euro;
  • è stata inserita la cosiddetta clausola di esclusione, una particolare norma che permette di continuare a rimanere all’interno di questo regime fiscale nel caso in cui si superi il nuovo limite massimo, fissato a 85.000 euro. Non si devono, però, superare i 100.000 euro di ricavi annui: oltre questa cifra si entra immediatamente nel regime ordinario.
  • Una domanda che si pongono molti lettori è cosa succede se un determinato contribuente abbia superato i 65.000 euro di ricavi nel 2022? Può continuare a rimanere nel regime forfettario nel 2023? La risposta è affermativa: i nuovi limiti, che sono stati introdotti attraverso la Legge di Bilancio 2023, si applicano anche per il fatturato del 2022. A stabilirlo è il comma 54, lettera a dell’articolo 1 della Legge 190/2014, modificato dalla Legge 197/2022 – ossia la Legge di bilancio 2023 -, che prevede esplicitamente che “i contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni applicano il regime forfetario di cui al presente comma e ai commi da 55 a 89 del presente articolo se, al contempo, nell’anno precedente hanno conseguito ricavi ovvero hanno percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a euro 85.000“.

    Questo sostanzialmente significa che i contribuenti che abbiano conseguito ricavi compresi tra 0 e 85.000 euro nel corso del 2022, possono continuare a rimanere nel regime forfettario.

    Cosa cambia nel 2023

    Le novità più rilevanti, per i contribuenti, partono proprio nel corso del 2023. Nel caso in cui dovessero avere dei ricavi superiore a 100.000 euro – non stiamo sbagliando: sono proprio centomila euro – nella dichiarazione dei redditi 2024 dovranno riprendere la tassazione ai fini Irpef ed Iva. I contribuenti sono tenuti ad effettuare questo passaggio anche per quanto avevano fatturato in precedenza come forfettario: attenzione, che superare questa soglia comporta un pesante impatto in termini fiscali ed economici.

    Sostanzialmente il legislatore è andato a sanare una situazione realmente assurda dal punto di vista giuridico ed etico: non era, infatti, prevista nessuna clausola di esclusione all’interno del periodo di imposta nel quale veniva superato il limite previsto dalla legge. Questo significa che, se nel corso dell’anno, il contribuente avesse superato la soglia prevista dalla legge, per quell’anno contabile avrebbe pagato le tasse rispettando le regole del regime forfettario. Solo nel corso dell’anno successivo, sarebbe dovuto entrare nel regime ordinario.

    Il legislatore, in altre parole, ha introdotto una clausola antielusione, reintroducendo anche un principio di giustizia ed equità rispetto alle situazioni che si possono venire a generare.

    Regime forfettario, la circolare dell’AdE

    Per fare maggiore chiarezza sulle norme che determinano l’uscita o meno dal regime forfettario, di particolare interesse è la circolare n. 9/E emessa nel 2019 dall’Agenzia delle Entrate, che era stata diramata in occasione del precedente innalzamento della soglia di ricavi. A conferma degli orientamenti normativi che abbiamo appena chiarito per quanto riguarda il 2022, gli uffici dell’AdE, in quell’occasione scrissero:

    Il nuovo limite di ricavi/compensi di 65.000 euro va verificato, come si evince dall’espressa previsione normativa, con riferimento al limite dei ricavi conseguiti e dei compensi percepiti nell’anno precedente all’applicazione del regime forfetario. Da ciò consegue che, ad esempio, nel caso in cui il contribuente abbia superato la soglia di 30.000 euro di ricavi/compensi al 31 dicembre 2018, ma abbia conseguito/percepito, nel medesimo periodo d’imposta, ricavi/compensi non superiori alla soglia di 65.000 euro (quindi superiori ai limiti imposti dalla vecchia normativa ma inferiori a quelli indicati dalla nuova previsione della legge di bilancio 2019), può rimanere nel regime forfetario, applicando le disposizioni introdotte dalla legge di bilancio 2019.