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Manovra, accordo al fotofinish: cedolare secca resta al 10%

Era senza dubbio uno degli interventi che avevano fatto storcere il naso scatenando le preoccupazioni di Confedelizia. Il paventato aumento (dall’attuale 10% al 12,5%, previsto nella bozza) dell’aliquota della cedolare secca sugli affitti abitativi a canone calmierato non ci sarà. Resta, dunque, al 10% con l’accoppiata Cinquestelle-Pd al Governo che prova a dare un chiaro segnale – anche sulla scia della debacle delle elezioni in Umbria – nella direzione dello stop a nuove tasse. 

L’accordo è arrivato nella tarda serata di ieri al termine del vertice di Governo sulla manovra. “La cedolare secca, oggi al 10%, era previsto che salisse al 15%: in una prima bozza di manovra era stata portata al 12,5% ma oggi si è fatto uno sforzo per tenerla al 10% e rendere questa aliquota permanente. C’è stata la forte volontà di tutte le forze politiche di non aumentare le tasse sulla casa”, anticipa ai cronisti Loredana De Petris, capogruppo di Leu al Senato, uscendo da Palazzo Chigi.

 “Una buona notizia dal vertice di maggioranza sulla legge di bilancio: la cedolare secca sugli affitti a canone calmierato resta al 10% (a legislazione vigente sarebbe passata al 15%)”, le fa eco su Twitter il viceministro all’Economia del Pd Antonio Misiani.

Esulta dagli Stati Uniti Renzi, che aveva contestato, sin dalla prima ora, il possibile aumento: della prima ora sull’intervento: “Sono contentissimo che abbiamo bloccato l’aumento dell’Iva e ora anche la cedolare secca, la vera sfida sarà nei prossimi mesi bloccare la sugar tax e altre misure: tutto quello che è tassa fa male all’Italia”, ha detto da New York il leader di Italia Viva ricordando che “il nuovo governo nasce per evitare la Salvini tax”.

Sul fronte delle coperture, rispunta l’aumento della “tassa sulla fortuna”. Secondo quanto si apprende il governo starebbe pensando di ripescare il rialzo dal 12% al 15% del prelievo sulle vincite oltre i 500 euro (che saliva al 25% sopra il milione), comparso nelle prime bozze del decreto fiscale, poi sostituito dall’intervento sul Preu. 

Restano, invece, in manovra la tassa sulla plastica e la sugar tax.  Ci saranno per il 2020 in legge di bilancio 140 milioni in più per finanziare Industria 4.0: in tre anni saranno 420 i milioni in più. Per il Fondo famiglie, la manovra prevede uno stanziamento di 600 milioni. Confermato il taglio di 3 miliardi del cuneo fiscale per i lavoratori”.