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Nuovo Isee precompilato: dal 2020 anche i conti corrente in dichiarazione

Le varie forme di dichiarazioni fiscali precompilate hanno l’obiettivo, nei piani del legislatore, di contrastare l’elusione e l’evasione fiscale.

Ne è un esempio il 730 precompilato che, anno dopo anno, integra una quantità di dati sempre maggiore e fa sì che i contribuenti possano presentare la loro dichiarazione dei redditi senza che abbiano bisogno di rivolgersi a un centro CAAF autorizzato o a un commercialista. L’ISEE 2020 precompilato nasce esattamente con lo stesso scopo: ridurre le possibilità che i contribuenti possano “dimenticare” di inserire dati rilevanti per il calcolo della situazione economica equivalente e velocizzare le operazioni di rilascio.

Affinché ciò sia possibile, l’INPS continua ad arricchire la “base dati” dalla quale pescare informazioni per redigere dichiarazioni quanto più possibile esatte. Gli ultimi a essere entrati in questo “paniere” sono quelli dei conti correnti dei contribuenti: l’Istituto di previdenza potrà accedere automaticamente alla nostra situazione patrimoniale e utilizzarla per calcolare l’ISEE in maniera più esatta possibile. In questo modo il rilascio avverrà molto più in fretta – il contribuente potrà decidere di accettare così come è l’ISEE precompilato – e renderà impossibile omettere dalla dichiarazione i dati del proprio estratto conto bancario.

Nel nuovo ISEE precompilato, i contribuenti troveranno già i loro dati anagrafici, dati relativi ai redditi (ricavati dalle banche dati INPS e Agenzia delle Entrate) e alle retribuzioni; dati relativi agli immobili (ricavati dalle banche dati catastali) e, per l’appunto, dati sui patrimoni mobiliari e finanziari. Queste informazioni potranno poi essere eventualmente corrette e integrate dagli stessi contribuenti. Prima di accettare l’ISEE precompilato presente sul sito dell’INPS, infatti, potranno apportare modifiche e integrazioni con dati ancora non ancora nelle disponibilità dell’Istituto di previdenza.

Come detto, l’ISEE precompilato farà il suo esordio solo a partire da gennaio 2020 ma, nonostante manchino ancora due mesi al lancio, ha già ottenuto degli effetti pratici e tangibili. Le DSU con patrimonio nullo sono scese al 15% del totale e sono aumentate le giacenze medie bancarie dichiarate nell’ISEE (da 6.800 nel 2014 a 18.600 euro nel 2017). Ciò, fanno notare dal Ministero del Lavoro, non è dovuto a un aumento improvviso della ricchezza pro capite degli italiani, ma all’emersione di somme precedentemente non dichiarate.