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Paradosso governo: l’aumento Iva va a finanziare l’Europa

La battaglia sull’Iva riempie l’agenda politico-economica di queste ore. Nel governo si consuma lo scontro sull’aumento definito inevitabile, Salvini e Di Maio continuano a negare sapendo di mentire (almeno fino alle Europee), ma del resto il ritocco è già scritto nero su bianco nei numeri che il governo stesso ha inserito nel Def. “La finanziaria d’autunno non si potrà scrivere senza lasciare tracce di sangue” ha detto Tria ai due vicepremier. Motivo per cui si rincorrono diverse simulazioni su quanto potrà impattare l’aumento della tassa sulle tasche delle famiglie italiane. ma c’è un paradosso per il governo che si definisce ‘sovranista’: gran parte delle risorse recuperate andrebbero direttamente all’Europa.

Lo segnala Dagospia ricordando come, nei versamenti che ogni anno l’Italia fa all’Unione Europea, una parte viene calcolata in base al gettito Iva. Non è una parte così piccola: si tratta di 2,132 miliardi di euro l’anno sui 12 totali (dati aggiornati al 2017). Quindi aumentando le aliquote fino a 23 miliardi di gettito in più, una fetta non irrilevante di questi soldi dovrà andare a Bruxelles per ingrassare ancora di più il bilancio a disposizione degli odiati eurocrati.

Sull’ipotesi di aumento Iva, peraltro, Di Maio ha voluto sottolineare una volta di più che non ci sarà “Finché il M5s sarà al governo”. Lasciando dunque intendere che non è così peregrina l’ipotesi di un M5s – è sempre Dagospia a disegnare lo scenario – pronto a mollare la patata bollente ad un governo Salvioni-Meloni-Berlusconi più enentuali fuoriusciti grillini, o in alternativa ad un sempre meno improbabile ‘governo del presidente’ da affidare a Cottarelli o Draghi.