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Perchè l’ecotassa non piace a FCA

L’ecotassa sulle auto continua a far discutere e questa volta è Fca ad alzare nuove polemiche: se la manovra voluta dal governo Conte entrasse in vigore, il piano industriale per l’Italia firmato Fca dovrebbe essere modificato.

È lo stesso chief operating officer di Fca per l’area Emea, Pietro Gorlier, a scrivere in una lettera al Presidente del Consiglio della Regione Piemonte, Boeti: “È un fatto certo che il sistema di bonus-malus, qualora attuato secondo l’impianto approvato in prima lettura dalla Camera, inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore estremamente delicata, modificando le assunzioni alla base del nostro piano industriale”.

L’ecotassa porterà ad un riesame e cambio del piano industriale, tanto che Fca ha deciso di declinare “la nostra partecipazione al Consiglio, in quanto non saremmo in grado, né di confermare il piano industriale nella sua integrità, né di proporre scenari alternativi, dovendo ancora quantificare con precisione”. Una norma, quella dell’ecotassa, che sembra aver portato non poche incertezze nel settore automotive e che è stata al centro del tavolo organizzato al Mise con la partecipazione della stessa Fca e della maggior parte degli operatori del settore.

Il piano di Fca, presentato da poco ai sindacati, prevede al momento investimenti pari a 5 miliardi di euro a partire dal 2019 fino al 2021. Un piano che l’ecotassa sembra però ostacolare: i numeri previsti infatti non tengono conto di una tassa come quella voluta dal ministro Di Maio, che potrebbe indicidere negativamente sugli acquisti di nuove automobili e quindi sul fatturato di Fca. Pronta tuttavia la replica di Luigi di Maio: si tratta di un provvedimento per migliorare la qualità della vita degli italiani. Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro ha continuato: “Sono convinto che possiamo fare bene nella lotta all’inquinamento con gli incentivi all’auto elettrica senza danneggiare e senza provocare shock nei piani industriali delle aziende”.

Di opinione meno conciliante Edi Lazzi, segretario della Fiom Torino: “Fca usa in modo pretestuoso la vicenda dell’ecotassa per evitare un confronto pubblico e con le istituzioni. Fca decide di tenere in ostaggio Torino per polemizzare con il governo e ha un atteggiamento di poco rispetto nei confronti delle istituzioni locali e dei lavoratori”. Secondo la Fiom inoltre gli investimenti promessi da Fca per Torino non sono abbastanza ed il piano triennale è da rivedere in ogni caso: “Si sta sprecando un’opportunità di confronto che poteva essere utile a trovare le migliori soluzioni”.

Anche il Movimento 5 Stelle del capoluogo piemontese non sembra apprezzare la nota polemica di Fca: “La scelta del forfait al Consiglio Aperto è uno sgarbo a un territorio che a parole dovrebbe essere centrale nei progetti di Fca, ma che in concreto è sempre più marginale. È uno schiaffo nei confronti dei sindacati che, con sfumature e toni diversi – aggiunge – hanno sempre spinto per la tutela del lavoro e dei lavoratori torinesi. È uno schiaffo duplice nei confronti di una politica che ha sempre preso per buone le promesse dell’azienda” ha dichiarato la capogruppo al Comune di Torino, Valentina Sganga.