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Riforma fiscale, Governo M5s-Pd: sul tavolo taglio IRPEF

Il Governo giallorosso sta ufficialmente per tagliare il traguardo. Dopo bufere e schiarite, in una perfetta dinamica da montagne russe, ieri sera è arrivato il via libera all’accordo tra Pd e M5s da parte degli iscritti al MoVimento sulla piattoforma Rousseau  che hanno di fatto sancito la nascita del Conte-Bis. Da qui alle prossime ore il Premier incaricato si recherà dal Capo dello Stato Mattarella per sottoporre la lista dei Ministri. Poi giuramento e voto di fiducia alle Camere.

Il nuovo “scacchiere” sarà subito chiamato ad affrontare alcune sfide, prioritarie e centrali per il nostro Paese, su tutte in agenda figura l’imminente appuntamento con la prossima Legge di Bilancio che seppur alleggerita dall’impalcatura della “flat tax” sulla quale la Lega era in pressing, si dovrebbe attestare tra i 30 e i 35 miliardi, compresi i 23,1 miliardi necessari per evitare gli aumenti dell’Iva e i 4-5 miliardi per spese indifferibili e rifinanziamenti obbligati

Una cifra monstre. A ciò si aggiunge il fatto che i protagonisti del nuovo esecutivo dovranno necessariamente muoversi, da subito, con cautela tra gli spazi ristrettissimi del complicato quadro di finanza pubblica, anche se arrivasse – come si vocifera ormai da giorni – da Bruxelles l’ok a una significativa tranche di flessibilità , pronta a dare una boccata d’ossigeno.

Ed è in questo contesto, tutt’altro che semplice, che nel programma del nascente governo giallo-rosso si affaccia la  riforma dell’Irpef che è comparsa nel messaggio video diffuso qualche ora fa dal premier incaricato Giuseppe Conte . Tempi e compatibilità economiche sono però tutte da definire. Si ragiona, infatti, in uno spazio temporale a lungo raggio, che non si esaurisca necessariamente nella prossima manovra, la cui sfida da vincere a tutti i costi è prima di tutto lo stop all’aumento Iva.  Al centro dell’impianto poi c’è la “manutenzione” di Quota 100, la misura fortemente voluta dalla Lega, pronta ora ad un vero e proprio restyling targato M5s-Pd che porterebbe in dote un tesoretto da 12 miliardi in due anni

Sul fronte Irpef, dunque, la partita è appena iniziata così come l’esperienza di Governo tra M5s e Pd. I Cinque Stelle studiano da tempo un progetto a tre aliquote, da finanziare anche con una revisione delle tax expenditures; il Pd punta soprattutto ad aumentare il reddito disponibile a ceti medi e famiglie in difficoltà.