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Si intensificano i segnali di ripartenza: balza la fiducia di consumatori e imprese a giugno

Per le famiglie si tratta di un picco dal 2018: recuperato ampiamente il livello del pre-Covid. Tra le imprese resta attardato il commercio

 

MILANO – Nuovo segnale di ottimismo sulla ripartenza post-Covid. Questa volta è l’Istat a segnalare un “marcato aumento” dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 110,6 a 115,1) e delle imprese (da 107,3 a 112,8), relativamente al mese di giugno.

Nelle serie di dati dell’Istituto di Statistica, l’indicatore sulla fiducia dei consumatori arriva così al terzo mese consecutivo di recupero e supera il livello del febbraio 2020 che l’indice di fiducia dei consumatori, in risalita per il terzo mese consecutivo, supera il livello di febbraio 2020 registrando un massimo da ottobre 2018. Per le imprese, l’indice “migliora consolidando” la tendenza positiva in atto da dicembre 2020. Nel comparto dell’industria e dei servizi di mercato, il livello degli indici “supera marcatamente” quelli precedenti la crisi; per il commercio al dettaglio è leggermente al di sotto del valore di febbraio 2020.

Nel dettaglio dei numeri, la fiducia dei consumatori sale a giugno a 115,1 punti dai 110,6 di maggio, mentre quella delle imprese a 112,8 punti da 107,3. Tra le famiglie recupera l’ottimismo per qualsiasi tipo di valutazione, ma l’incremento più deciso riguarda il cosiddetto “clima economico” che riguarda la situazione generale del Paese, mentre è meno vibrante il recupero della dinamica del clima personale.

Per quel che riguarda le imprese, si stima un miglioramento della fiducia nella manifattura e, soprattutto, nei servizi. In particolare, nell’industria manifatturiera l’indice sale da 110,9 a 114,8, nei servizi di mercato aumenta da 99,1 a 106,7 e nel commercio al dettaglio cresce da 99,9 a 106,7. Solo nelle costruzioni l’indice di fiducia diminuisce lievemente, passando da 153,9 a 153,6. Nell’industria manifatturiera migliorano i giudizi sugli ordini e le aspettative sulla produzione; le scorte sono giudicate in leggero accumulo rispetto al mese scorso. Si segnala una netta crescita della fiducia nel settore dei beni intermedi.

Per quanto attiene alle costruzioni, i giudizi sul livello degli ordini sono in miglioramento mentre si registra un calo delle attese sull’occupazione presso l’azienda; tra i settori emerge un calo marcato dell’indice di fiducia nel settore dell’ingegneria civile.

Con riferimento ai servizi di mercato, i saldi di tutte le componenti dell’indice sono in decisa risalita. La fiducia migliora decisamente nel settore del trasporto e magazzinaggio mentre è in lieve calo nel turismo e nei servizi alle imprese. Nel commercio al dettaglio, la risalita dell’indice è trainata dal miglioramento dei giudizi sia sulle vendite sia sulle scorte; le attese sulle vendite diminuiscono. Per quanto riguarda i circuiti distributivi, si evidenzia uno spiccato miglioramento della fiducia nella distribuzione tradizionale (l’indice passa da 92,7 a 101,5); nella grande distribuzione la dinamica, seppur positiva, è più contenuta (l’indice sale da 103,0 a 108,6).

“La tornata di indagini di fiducia Istat di giugno è molto più forte delle attese, come già accaduto il mese scorso. Si stanno creando le condizioni per una crescita significativa del Pil nei trimestri centrali dell’anno”, ha spiegato Paolo Mameli, senior economist direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, a commento dell’indice di fiducia Istat di giugno.

Il dato odierno entra in una scia di indicatori positivi che sono arrivati anche da fuori Italia. Ieri era stata S&P a calcolare che il Recovery plan potrebbe aggiungere “un 1,3%-3,9% al Pil dell’Eurozona nei prossimi cinque anni, a beneficio di paesi come Grecia, Portogallo, Italia e Spagna, riducendo il divario economico all’interno dell’area euro”. L’agenzia di rating ha migliorato la stima di crescita per  l’Eurozona al 4,4% quest’anno – dopo un 2020 in cui la recessione ha sfiorato -7% – e al 4,5% nel 2022. E pensa che l’impatto del Pnrr finanziato da eurobond spingerà l’Italia – che arriva da un -9% o scorso anno – al di sopra della media dell’euro, arrivando a +4,9% sia nel 2021 che nel 2022. Numeri in linea con le ultime previsioni di Bankitalia – che vede un 4.9-5% quest’anno, e che avvalorano le aspettative formulate recentemente dal ministro dell’Economia Daniele Franco di una crescita superiore al 4,5% scritto nel Def. Maxi-rimbalzo anche in Spagna, dove S&P si aspetta 6,3% nel 2021 e 6,4% nel 2022. La Germania dovrebbe attestarsi al +3,5%.

 

Fonte: Repubblica