Aggregatore di News su #finanza, #fintech e mondo del #factoring

Taglio IVA, Governo diviso: rebus risorse e ipotesi in campo

Con il crollo dei consumi avanza seppur tra mille incognite l’ipotesi di un taglio dell’IVA. Sembrerebbe che il Governo ci stia ragionando ma il condizionale è d’obbligo con lo stesso Premier Conte che ieri non chiudendo del tutto alla possibilità ha chiarito che l’eventuale sforbiciata sarebbe a tempo perché ha un “costo molto alto”.

TAGLIO A TEMPO – “Non c’è una ricetta pronta” per la ripresa, “siamo in una situazione di incertezza. Qualsiasi soluzione non può essere univoca. Ora si parla di IVA perché nel corso degli incontri avuti con associazioni di categoria e imprenditori è una delle richieste avanzate. Abbiamo detto che avremmo valutato questa possibilità, è chiaro che un calo dell’IVA costa moltissimo. Si è valutata l’ipotesi dia una riduzione per un breve periodo di tempo”, ha detto ospite de Ilfattoquotidiano.it

Per ora, intendiamoci, il taglio dell’IVA è poco più di un’idea, che piace al M5S, meno a Pd e Italia Viva che nelle prossime ore finirà sotto la lente d’ingrandimento per valutare effetti reali in termini di costi e benefici, quindi, tirare le somme. Prudenza tendente al pessimismo dal Ministero dell’Economia che attende le simulazioni per capire la fattibilità dell’intervento. Secondo i calcoli contenuti nella relazione tecnica del decreto Rilancio, il taglio di un punto dell’aliquota ordinaria del 22% vale circa 4,37 miliardi e dell’aliquota ridotta del 10% vale poco meno di 2,9 miliardi.

Tra le ipotesi, un passaggio di alcuni beni al 22%, considerati di larghissimo consumo, nella fascia di aliquota ridotta, ma resta sul piatto la possibilità di favorire tramite la riduzione alcune filiere in particolare difficoltà, come turismo e della ristorazione nei servizi o auto nell’industria.

 

L’ESEMPIO DI GERMANIA E CIPRO – Mentre da noi il dibattito è appena iniziato e secondo molti porterà a un nulla di fatto – con Francia e Regno Unito che ci fanno un pensierino – altrove è già realtà. In Germania, dal 1 luglio e per i prossimi sei mesi, l’aliquota scenderà dal 19 al 16%, per un costo di circa 20 miliardi di euro. Anche l’aliquota ridotta subirà un calo, passando dal 7 al 5%.

Ma c’è chi ha fatto addirittura meglio. A Cipro l’aliquota ordinaria è passata subito dopo la fine del lockdown dal 19 al 17%, mentre per il turismo l’aliquota è stata ridotta dal 9% al 5% dal 1 luglio al 10 gennaio 2021.