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Tasse: “Autonomia regioni aumenterà la pressione fiscale sugli italiani”

Nelle ultime settimane si è parlato spesso di autonomie regionali – sulla spinta delle richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna – e delle conseguenze fiscali che potrebbero nascere da uno dei temi divisivi, insieme a Tav e legittima difesa, fra i due partner di governo Lega e M5s. C’è chi ha parlato di “secessione delle regioni ricche” dal resto dell’Italia, ora in realtà il timore è che la conseguenza più immediata possa essere un aumento della pressione fiscale per tutti gli italiani.

Il nodo è il combinato disposto di due commi dell’articolo 5. Il primo dice che, in attesa che arrivino i fabbisogni standard, ossia che sia stabilito quanto effettivamente debba essere riconosciuto come risorse finanziarie per ogni servizio trasferito alle tre Regioni, che l’ammontare delle risorse assegnate “non può essere inferiore al valore medio nazionale pro-capite della spesa statale per l’esercizio delle stesse”. Il secondo comma, fatto inserire in fretta e furia dal ministero dell’Economia, prevede invece che dall’applicazione dell’intesa “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. L’ effetto dei due commi, secondo i tecnici, renderebbe ineluttabile un aumento delle tasse o in alternativa un taglio della spesa pubblica.

Garantire a Veneto e Lombardia “il valore medio pro-capite della spesa statale” per l’ sercizio delle funzioni trasferite, è evidente, significa che le due Regioni otterranno più risorse di quelle che spendono oggi per istruzione, ambiente, infrastrutture e per tutte le altre che hanno richiesto. Secondo i calcoli fatti dall’agenzia di rating Fitch, e riportati dal quotidiano Il Messaggero, i bilanci delle due Regioni diventerebbero più pesanti di circa il 50%. Solo per il Veneto sarebbero 6 miliardi in più.

Lo Stato centrale, a quel punto, dovrebbe rinunciare a quote di Iva e Irpef trasferite a Veneto e Lombardia per finanziare le funzioni regionalizzate, in quantità maggiore dei soldi spesi oggi centralmente per pagare quegli stessi servizi. Se però tutto ciò deve avvenire “senza oneri” a carico della finanza pubblica, allora sarà necessario trovare delle coperture: aumenti di tasse o tagli di spesa.