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Tasse, gli italiani pagano 600 euro in più della media Ue

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12 novembre 2018 – Cgia di Mestre600 euro

Dai dati emerge che tra le nazioni più importanti solo in Francia, in Belgio e in Svezia hanno pagato più di noi, rispettivamente 1.765, 1.196 e 712 euro. Ad eccezione dell’Austria che nel 2017 ha registrato il nostro stesso carico fiscale, tutti gli altri, invece, hanno avuto una pressione fiscale inferiore alla nostra; si tratta di un carico che ha assicurato un risparmio di tassazione pro capite rispetto ai cittadini italiani pari a 541 euro in Germania, a 996 euro in Olanda, a 1.964 euro nel Regno Unito e a 2.164 euro in Spagna.

“In attesa della riduzione del peso fiscale, grazie all’estensione a tutti i contribuenti dell’applicazione della flat tax, nel 2019 corriamo il rischio che le tasse locali tornino ad aumentare. La manovra, infatti, non ha confermato i blocchi delle imposte territoriali introdotte nel 2015, pertanto è probabile che Sindaci e Governatori rivedano all’insù le addizionali Irpef e le aliquote dell’Irap, dell’Imu e della Tasi sulle seconde case e i capannoni. Se ciò si verificasse sarebbe una vera e propria iattura per i bilanci delle famiglie e delle imprese”, denuncia il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo.

La Cgia avverte come il dato della pressione fiscale italiana relativa al 2017 non tenga conto dell’effetto del cosiddetto “Bonus Renzi”. L’anno scorso, infatti, gli 80 euro “concessi” ai lavoratori dipendenti con retribuzioni medio-basse sono costati alle casse dello Stato 9,5 miliardi di euro. Un importo contabilizzato nel bilancio della nostra Amministrazione pubblica come spesa aggiuntiva. Pertanto, conclude, se si ricalcola la pressione fiscale considerando questi 9,5mld di euro che praticamente sono un taglio delle tasse, anche se contabilmente vanno ad aumentare le uscite, la pressione fiscale scende al 41,6 %.