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Tasse: le Partite Iva le pagheranno a rate, addio saldi e acconti

Da decenni in Italia si parla della necessità, se non di una vera e propria rivoluzione fiscale, di una riforma organica che provveda allo snellimento burocratico, oltre che allo sperabile calo della pressione fiscale. Ora qualcosa sembra inizi a muoversi quanto meno sul fronte delle Partite Iva. Per le quali il sistema dei pagamenti “acconto” e “saldo” porta i contribuenti a dover anticipare parte delle tasse che dovrebbe pagare l’anno successivo.

Un sistema che, a detta di molti, dovrebbe essere rinnovato e semplificato quanto prima possibile. Tra questi troviamo anche Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione e, dunque, uno dei principali attori del mondo fiscale del nostro Paese. In un’intervista a “Il Messaggero”, il direttore dell’Agenzia ha proposto la “sua” riforma fiscale per le partite IVA, che semplifichi il sistema di riscossione delle imposte e consenta ai contribuenti di avere liquidità per gli investimenti.

La proposta avanzata dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, che ha chiesto di sostituire il complesso meccanismo dei saldi e degli acconti annuali con una cash flow tax, trova sponde nel governo e potrebbenessere uno dei piatti forti della riforma del fisco, che entrerà nel vivo con la legge di Bilancio attesa per la seconda metà di ottobre.

Riforma fiscale per le partite IVA: la proposta di Ruffini
Ruffini ha delineato un nuovo sistema fiscale, basato su prelievi mensili calcolati direttamente dall’AE e che il contribuente deve solo autorizzare. In questo modo si ridurrebbero il numero di adempimenti fiscali annuali di ogni azienda o partita IVA e si eliminerebbe il sistema basato sui saldi e sugli acconti.

Nello specifico, Ruffini propone di automatizzare – e modernizzare, sotto molteplici punti di vista – il sistema fiscale delle partite IVA e delle imprese, ribaltando il paradigma su cui oggi si basa il sistema fiscale italiano. Attualmente, i titolari di una partita IVA, coadiuvati dai loro consulenti fiscali, devono calcolare le imposte non solo per l’anno in corso, ma anche per l’anno successivo, pagando il saldo delle tasse per l’anno in corso e l’acconto per quello successivo. Un sistema che, giocoforza, genera crediti o debiti da saldare nel corso dell’anno successivo.
Ruffini, invece, ritiene che debba essere l’Agenzia delle Entrate – Riscossione a calcolare l’ammontare delle tasse da pagare su base mensile (o trimestrale, al massimo), e comunicare l’ammontare al contribuente. Quest’ultimo non dovrà far altro che accettare l’addebito sul conto corrente, verificando che tutti i conteggi dell’Agenzia siano corretti. In questo modo si ridurrebbero anche gli appuntamenti del calendario fiscale, finiti nell’occhio del ciclone proprio in questi ultimi giorni.

Conviene anche allo Stato
L’obiettivo è quello di liberare oltre 4 milioni di contribuenti (tra autonomi, professionisti e partite Iva) da un calendario di scadenze fiscali sempre in movimento. Per Ruffini il sistema della liquidazione periodica mensile (o trimestrale) consentirebbe all’erario di registrare un flusso costante di entrate, e non più soggetto a picchi come adesso, e ai contribuenti interessati di pagare le tasse sugli incassi e le spese effettive e quindi di poter contare su una maggiore liquidità per effetto di una riduzione dello stock di credito d’imposta.

Così sulla questone la viceministra Laura Castelli, sempre al Messaggero: “Come ministero dell’Economia e Agenzia delle Entrate ci abbiamo lavorato per qualche mese e ora siamo pronti a dire addio all’attuale sistema di acconti e saldi, per sostituirlo dal primo gennaio 2021 con uno più semplice e immediato. Il sistema di acconti e saldi genera confusione e burocrazia inutile per circa 4 milioni di contribuenti, che ogni anno vivono con preoccupazione il periodo delle scadenze”.

In questo modo – prosegue Castelli – non ci si dovrà più preoccupare di accantonare una somma per le imposte dell’anno successivo che ancora non si sa come andrà, ma si pagheranno le tasse solo su quanto già effettivamente guadagnato. Il progetto prevede il passaggio a un sistema di pagamento basato sugli incassi e le spese effettive. Un metodo di cassa, insomma».