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Tregua fiscale, il governo punta a riscrivere il calendario

Tregua fiscale, il governo punta a riscrivere il calendario


Fonte: Ansa

L'Agenzia delle Entrate

Il pacchetto di modifiche alla tregua fiscale inserita nel nuovo decreto PNRR, che dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri martedì 28 marzo, cambia il calendario. È infatti previsto uno spostamento dei termini che non riguarda solo le scadenze del 31 marzo per gli errori formali e il ravvedimento speciale ma punta a dare più tempo anche alle tre sanatorie sulle liti. Le scadenze per le definizioni delle controversie tributarie, della conciliazione agevolata e della rinuncia alle liti in Cassazione vanno infatti verso uno slittamento dall’attuale scadenza per richiesta e (primo) versamento dal 30 giugno al 30 settembre. Il pacchetto dovrebbe includere anche una ridefinizione anche dei termini per le scadenze successive per chi sceglie la soluzione a rate.

Per approfondire il tema della tregua fiscale su può leggere qui e per reperire  il modulo di domanda è possibile andare qui. Tutto quello che riguarda la pace fiscale si trova sul sito dell’Agenzia delle Entrate a questa pagina.

Le sanatorie prossime alla scadenza

Il provvedimento prevede l’introduzione di una nuova sanatoria – oltre alle 12 già presenti in manovra – che estende la possibilità di chiudere i conti con il Fisco anche per gli atti di sole sanzioni. Nel frattempo si avvicina la scadenza per le sanatorie in scadenza il 31 marzo: quella degli errori formali prevede un termine strettissimo per aderire. La definizione con il pagamento di 200 euro riguarda le violazioni commesse fino al 31 ottobre 2022 ma va effettuata in due rate dello stesso importo in scadenza, rispettivamente, al 31 marzo 2023 e al 31 marzo 2024. La sanatoria si completa anche con la rimozione di irregolarità, omissioni o infrazioni entro il termine fissato per il versamento della seconda rata, ossia appunto il 31 marzo 2024.

Dichiarazioni 2022

L’altra scadenza ravvicinata riguarda il ravvedimento speciale per tutti i tributi amministrati dalle Entrate e che riguardano le dichiarazioni 2022 relative ai redditi del 2021 e ad anni d’imposta precedenti. Con questa sanatoria in deroga al ravvedimento ordinario si versa un diciottesimo del minimo edittale delle sanzioni irrogabili previsto dalla legge, oltre all’imposta e agli interessi dovuti. Il pagamento si può rateizzare in otto appuntamenti trimestrali di pari importo con scadenza della prima rata fissata appunto al 31 marzo 2023. Su quelle successive alla prima sono dovuti gli interessi nella misura del 2% annuo. In questo caso l’ipotesi dovrebbe essere quella di spostare la scadenza per la prima o unica rata al 30 settembre 2023, anche in questa circostanza con un effetto a cascata sulle scadenze trimestrali successive.

Tema liti

Il nuovo calendario si occupa anche di liti. Naturalmente tutto ruoterà intorno alla prime scadenze. Ora il termine per aderire alle tre sanatorie (definizione liti, conciliazione agevolata e rinuncia in Cassazione) scade il 30 giugno sia per presentare la richiesta sia per versare la prima o unica rata. L’idea allo studio del ministero dell’Economia è di scavallare anche in questo caso l’estate, riscrivendo poi anche le scadenze successive. Di conseguenza, slitterebbe dal 31 luglio al 31 ottobre la comunicazione degli esiti sulle rinunce presso la Suprema corte.