Aggregatore di News su #finanza, #fintech e mondo del #factoring

Come lo spread eviterà l’aumento delle tasse: cosa prevede il programma del Conte bis

Arrivano buone notizie per i contribuenti. Il calo dello spread, effetto dell’insediamento del governo Conte bis, farà risparmiare all’Italia gli interessi sul debito. Questo denaro sarà destinato alla riduzione delle tasse.

Con il nuovo governo guidato da Giuseppe Conte, frutto dell’alleanza Pd-M5S, il taglio delle tasse più volte promesso agli italiani potrebbe finalmente concretizzarsi. Il deciso calo dello spread che si è verificato in questi giorni sui mercati, con minimi che non si vedevano da anni, permetterà all’Italia di risparmiare una somma importante di interessi sul debito.

Lo spread misura la differenza tra rendimento tra titoli di stato tedeschi (Bund) e titoli di stato italiani (Btp) con scadenza a dieci anni. Più il suo valore è elevato e più è elevato il tasso di interesse che l’Italia paga sui propri titoli, con una maggiore spesa di interessi sul debito (il denaro da rimborsare agli acquirenti dei titoli).

Ogni anno l’Italia paga decine di miliardi in interessi maturati alla scadenza dei titoli di stato. Il denaro che il nostro Paese ha ricevuto con l’acquisto dei titoli, infatti, va restituito alla scadenza degli stessi con il pagamento degli interessi. Per questo è fondamentale che l’Italia paghi meno interessi sui propri titoli e questo è possibile solo se il loro rendimento diminuisce, ovvero quando lo spread è in calo.

Proprio la riduzione dello spread delle ultime settimane consentirà all’Italia un importante risparmio di spesa, con somme da destinare al taglio delle tasse. Il progetto è di far confluire queste somme in un apposito fondo da creare con la prossima legge di Bilancio.

Già il precedente governo Conte, quello formato da Lega e Movimento 5 Stelle, aveva previsto l’istituzione di un fondo destinato alla diminuzione della pressione fiscale ma destinato a finanziare la flat tax.

Ora che la Lega non fa parte più del governo il progetto della flat tax, così caro a Matteo Salvini, sarà accantonato e le risorse stanziate nel fondo saranno molto probabilmente destinate a una rimodulazione delle aliquote Irpef. Quest’ultimo era l’intervento fiscale sostenuto dal Movimento 5 Stelle al posto della flat tax.

Un calo di 100 punti dello spread corrisponde a un risparmio di circa 2 miliardi di euro in media all’anno. Una somma importante ma non sufficiente. Basti pensare ai 23 miliardi di euro necessari per evitare l’aumento dell’Iva il prossimo anno, per effetto dello scatto automatico delle clausole di salvaguardia. Parte delle coperture per l’Iva, tuttavia, sono state già trovate dal precedente governo Conte.

Le risorse verranno recuperate da una revisione della spesa pubblica (spending review) e dalla ridefinizione delle agevolazioni fiscali soprattutto quelle dannose per l’ambiente. La nuova fattura elettronica, poi, dovrebbe portare nelle casse dello Stato un gettito maggiore di 5 miliardi. Le restanti coperture dovrebbero essere finanziate con il deficit che l’Italia riuscirà ad ottenere dai negoziati con la Commissione europea.

Insomma, il fondo per la riduzione delle tasse finanziato con i risparmi dal calo dello spread non dovrebbe essere intaccato dalle coperture da destinare all’Iva. Tutto dipenderà dalle prossime mosse del nuovo governo, che tuttavia sembra avere maggiori chance per strappare concessioni a Bruxelles.